Il cambiamento dei tratti maladattivi in psicoterapia

Una nuova ricerca SFU studia l’evoluzione della personalità patologica durante la CBT attraverso uno studio longitudinale

È possibile osservare un cambiamento reale nei tratti maladattivi di personalità durante la psicoterapia? E, soprattutto, come si riflettono questi cambiamenti sul quadro sintomatologico?

Una nuova ricerca, coordinata dalla Sigmund Freud University in collaborazione con il centro clinico inTHERAPY, si propone di rispondere a queste domande attraverso un disegno di ricerca longitudinale che prevede cinque momenti di valutazione distribuiti su un intero anno di trattamento.

 

Tratti disfunzionali: un ostacolo clinico spesso trascurato

I domini di tratto maladattivi di personalità, come l’Affettività Negativa, sono fattori di rischio transdiagnostici che influenzano l’esito della terapia, la qualità della vita e la probabilità di ricadute. Non sono presenti unicamente nei disturbi di personalità, ma attraversano numerosi quadri clinici, contribuendo alla cronicità dei sintomi e alla resistenza al trattamento.

Comprendere come si modificano nel tempo può fornire ai clinici nuove chiavi per personalizzare gli interventi, aumentare l’efficacia della terapia e migliorare la stabilità dei risultati nel lungo periodo.

Negli ultimi anni, la ricerca ha cominciato a mettere in discussione l’idea che i tratti di personalità siano stabili e immutabili. Al contrario, diversi studi suggeriscono che i tratti possano cambiare nel tempo, soprattutto in seguito a interventi psicoterapeutici strutturati. Tuttavia, mancano ancora studi longitudinali che monitorino questi cambiamenti e il loro impatto sui sintomi clinici, durante trattamenti in contesti clinici naturalistici.

 

Obiettivi e domande di ricerca

La ricerca, condotta presso inTHERAPY prevede il reclutamento di 200 pazienti che saranno seguiti lungo un intero anno di trattamento.

Questa ricerca rappresenta un esempio concreto di integrazione tra pratica clinica e ricerca scientifica. Tra le domande centrali dello studio troviamo:

  • I tratti maladattivi si riducono nel tempo durante la CBT?
  • Questi cambiamenti predicono una riduzione di ansia, depressione e funzionamento psicosociale?
  • I pazienti migliorano soprattutto nel tratto inizialmente più problematico?

Per rispondere, i ricercatori utilizzeranno modelli statistici avanzati come i Random Intercept Cross-Lagged Panel Models e i Latent Growth Curve Models, in grado di distinguere variazioni intraindividuali dai pattern stabili tra individui.

 

Perché è una ricerca importante

Questo studio si inserisce in una direzione sempre più rilevante per la psicoterapia contemporanea: quella di una concettualizzazione dimensionale della psicopatologia e dei trattamenti personalizzati, adattati non solo alla diagnosi ma anche al profilo di personalità del paziente.

Osservare come (e se) il cambiamento dei tratti maladattivi nel tempo si riflette in una riduzione sintomatologica, può aiutarci a comprendere meglio l’andamento della terapia ed identificare tratti target per futuri interventi.

Inoltre, la somministrazione di test self-report ripetuti nel tempo in un campione clinico reale, in un contesto naturalistico, fornisce una base empirica robusta per costruire modelli più precisi di valutazione e intervento.

 

Il contributo della SFU Milano

Lo studio nasce da un progetto di ricerca di dottorato della Sigmund Freud University approvato dal comitato etico di Vienna ed è coordinato dal gruppo di ricerca della sede di Milano. Condotto da:

  • Alessandro Ocera, MSc e dottorando di ricerca presso la Sigmund Freud University.
  • Gabriele Caselli, Full Professor in Psicologia Clinica, Vicedirettore per la Didattica del Dipartimento di Psicologia di Milano della Sigmund Freud University e Direttore Scientifico di inTHERAPY.
  • Giovanni Michelini, Docente di Statistica e Metodi Quantitativi presso la Sigmund Freud University Milano.

La collaborazione tra SFU Milano e inTHERAPY punta a sviluppare una piattaforma automatizzata di monitoraggio clinico che coniughi la pratica terapeutica quotidiana con l’eccellenza scientifica.

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