Anoressia Nervosa e Neuroscienze – Introduzione alla Psicologia

L’Anoressia Nervosa fa parte dei Disturbi dell’Alimentazione e della nutrizione ed è caratterizzato, secondo il DSM-5, da una restrizione dell’apporto energetico relativo al fabbisogno quotidiano che induce una evidente perdita di peso, in relazione a sesso ed età. Queste persone mostrano, inoltre, una evidente paura di aumentare di peso e un comportamento persistente che interferisce con l’aumento di peso, nonostante una significativa magrezza.

Realizzato in collaborazione con la Sigmund Freud University, Università di Psicologia a Milano

Messaggio pubblicitario Alla forma e al peso sono attribuiti dei significati importanti che agiscono direttamente sull’autostima e sul proprio valore personale. Quindi per ottenere i propri obiettivi in termini di peso è necessario si eserciti una forma costante di controllo sul cibo ingerito e di conseguenza sul peso.

Il controllo del peso restituisce una sensazione di autonomia e indipendenza e questo implica la messa in atto di comportamenti ritualizzati, preferenza per cibi e bevande dal basso apporto calorico, una tendenza ad alimentarsi molto lentamente, e, talvolta a sputarli.

Il corpo è vissuto da queste persone come il nemico contro cui combattere, i cui bisogni non sono né avvertiti né, tantomeno, soddisfatti.

In più, le persone con anoressia nervosa svolgono un’eccessiva attività fisica, una tendenza ad esporsi al freddo, oltreché la propensione a cucinare per gli altri e incoraggiarli a mangiare.

Evitano inoltre le situazioni sociali e mostrano un evidente calo dell’umore.

Neuroimaging e anoressia

In studi di Neuroimaging relativi all’Anoressia Nervosa è stata evidenziata la presenza di anomalie strutturali e funzionali in aree del cervello coinvolte nell’elaborazione della ricompensa (Kaye et al., 2013). In particolare, sono state evidenziate anomalie relative al cingolato anteriore, coinvolto nella valutazione emotiva e nella selezione della risposta, alla corteccia orbitofrontale, un’area centrale rispetto al legame tra cibo o altri tipi di ricompensa e risposta edonica, e lo striato ventrale, il quale include il nucleus accumbens. Lo striato ventrale è un’area centrale rispetto alla codifica del piacere di una ricompensa e alla sua salienza motivazionale, definita come il processo attraverso il quale uno stimolo è convertito da una rappresentazione neurale a un incentivo desiderato e attraente per il cui ottenimento una persona è predisposta a impegnarsi. I circuiti neurali che includono tali aree risultano coinvolti anche nella compulsività, e rivestono quindi una possibile significatività transdiagnostica.

Messaggio pubblicitario Il Default Mode Network, rete neurale distribuita in diverse regioni, corticali e sottocorticali, si attiva generalmente durante le ore di riposo e di attività passive. Essa comprende regioni cerebrali quali il cingolato posteriore, il precuneo e parti della corteccia prefrontale. Tale network risulta maggiormente attivo a riposo piuttosto che durante compiti che implicano un coinvolgimento attentivo, e per questo si reputa che sia associato al pensiero indipendente da stimoli e alla riflessione esercitata su di sé (Raichle et al., 2001). In uno studio relativo allo stato di riposo/non attività (resting state) in pazienti guarite da Anoressia Nervosa è stata evidenziata una maggiore funzionalità connettiva tra il Default Mode Network, il precuneo e la corteccia prefrontale dorsolaterale (Cowdrey, Filippini, Park, Smith, &McCabe, 2012), evidenza che supporta l’ipotesi rispetto alla quale i network relativi allo stato di riposo/non attività che coinvolgono il processamento di informazioni autoreferenziali e il controllo cognitivo possano essere disfunzionali nell’Anoressia Nervosa (Lee et al., 2014). I risultati di studi relativi allo stato di riposo/non attività in pazienti con Anoressia Nervosa o in remissione supportano l’ipotesi che un maggiore controllo sul processamento della ricompensa, mediato da neurocircuiti modulatori top down, quali la corteccia prefrontale dorsolaterale (Kaye et al., 2009), potrebbe essere un fattore chiave nel mantenimento dell’Anoressia Nervosa (Cowdrey et al., 2012). La presenza di maggiore attività in regioni deputate al processamento di informazioni autoreferenziali risulta coerente con la presenza di ruminazione rispetto al controllo dell’alimentazione, del peso e della forma corporea, fattore che viene considerato coinvolto nel mantenimento dell’Anoressia Nervosa (Kaye et al., 2009).

E’ stato suggerito che le patologie legate ai processi di ricompensa emergano quando due distinte componenti, il Wanting motivazionale e il Liking edonico, diventano funzionalmente separate (Berridge et al., 2010). Ad esempio, nell’abuso di sostanze stupefacenti, è stata evidenziata la presenza di un maggiore desiderio dello stimolo associato a ricompensa, che può avvenire anche in presenza di una diminuzione del piacere tratto dallo stesso stimolo. Questo può portare ad un desiderio compulsivo di cercare e di assumere la sostanza, in assenza di qualsiasi piacere derivante dalla stessa  (Everitt& Robbins, 2005). Nell’Anoressia Nervosa, una simile dissociazione tra Wanting e Liking rispetto alla ricompensa costituita dal cibo potrebbe contribuire alla persistenza delle compulsioni legate al controllo estremo dell’alimentazione, del peso e della forma fisica (Robbins et al., 2012).

Realizzato in collaborazione con la Sigmund Freud University, Università di Psicologia a Milano

Sigmund Freud University - Milano - LOGO

RUBRICA: INTRODUZIONE ALLA PSICOLOGIA

Consigliato dalla redazione

Bibliografia

  • Berridge, K. C., Ho, C.-Y., Richard, J. M., & Di Felice, A. G. (2010). The tempted brain eats: pleasure and desire circuits in obesity and eating disorders. Brain Research, 1350, 43 e 64.
  • Cowdrey, F. A., Filippini, N., Park, R. J., Smith, S. M., &McCabe, C. (2012). Increased resting state functional connectivity in the default mode network in recovered anorexia nervosa. Human Brain Mapping.
  • Everitt, B. J., & Robbins, T. W. (2005). Neural systems of reinforcement for drug addiction: from actions to habits to compulsion. Nature Neuroscience, 8, 1481e1489.
  • Kaye, W. H., Fudge, J. L., &Paulus, M. (2009). New insights into symptoms and neurocircuit function of anorexia nervosa. Nature ReviewsNeuroscience, 10, 573e584.
  • Kaye, W. H., Wierenga, C. E., Bailer, U. F., Simmons, A. N., Wagner, A., & Bischoff-Grethe, A. (2013). Does a shared neurobiology for foods and drugs of abuse contribute to extremes of food ingestion in anorexia and bulimia nervosa? BiologicalPsychiatry, 73, 836 e 842.
  • Lee, S., RanKim, K., Ku, J., Lee, J. H., Namkoong, K., &Jung, Y. C. (2014). Resting-state synchrony between anterior cingulate cortex and precuneus relates to body shape concern in anorexia nervosa and bulimia nervosa. Psychiatry Research, 221, 43 e 48.
  • Park, R. J., Godier, L. R., &Cowdrey, F. A. (2014). Hungry for reward: How can neuroscience inform the development of treatment for Anorexia Nervosa? Behaviour research and therapy, 62, 47-59.
  • Raichle, M. E., MacLeod, A. M., Snyder, A. Z., Powers, W. J., Gusnard, D. A., & Shulman, G. L. (2001). A default mode of brain function. Proceedings of the National Academy of Sciences, 98, 676 e 682.
  • Robbins, T. W., Gillan, C. M., Smith, D. G., de Wit, S., & Ersche, K. D. (2012). Neurocognitive endophenotypes of impulsivity and compulsivity: towards dimensional psychiatry. Trends in Cognitive Sciences, 16, 81e 91.