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Lezione Magistrale: Paolo Michielin

Il ruolo e la missione dello psicologo in una società che cambia

Dipartimento di Psicologia Generale, Università di Padova,
primo Presidente nazionale dell’Ordine degli Psicologi

Lezione riservata agli studenti SFU
Martedì 17 gennaio 9:30-12:30
Centro Congressi FAST
Piazzale Rodolfo Morandi 2, Milano

 

L’istituzione della laurea in Psicologia risale agli anni ’70 del secolo scorso e l’ordinamento della professione è avvenuto nel 1989. Prima di allora i canali formativi erano molto diversificati e disomogenei, sia per la psicologia che per la psicoterapia, e i professionisti erano aggregati in associazioni scientifico-culturali e sindacali.

Negli stessi anni i settori e gli ambiti di attività comprendevano principalmente la ricerca di base e applicata, la psicologia clinica e la psicoterapia per le persone con disagio mentale, la psicologia dello sviluppo e scolastica, la psicologia del lavoro. Un impulso notevole allo sviluppo della professione era venuto, infatti, dalla legge di superamento degli ospedali psichiatrici e dalle normative per l’inserimento scolastico dei bambini con disabilità e per la cura dei tossicodipendenti.

Negli ultimi decenni, gli ambiti di attività si sono notevolmente ampliati fino a comprendere:

  • Ricerca di base e applicata, con significativi avanzamenti che hanno messo a disposizione degli psicologi strumenti e tecniche efficaci e di facile realizzazione, e un forte impulso nell’ambito specifico delle neuroscienze e dell’utilizzo di tecniche di neuro immagine funzionale;
  • Psicologia clinica e Psicoterapia, con particolare sviluppo della cura e del trattamento delle dipendenze patologiche, dei disturbi del comportamento alimentare, dei disturbi della personalità, degli esordi psicotici, con la messa a punto di programmi standardizzati ed efficienti per i disturbi emotivi comuni (ansia e depressione) e con la sperimentazione di modelli di affiancamento al medico di base (il cosiddetto “psicologo di base”);
  • Psicologia ospedaliera, prevalentemente in ambito pediatrico, oncologico, cardiologico, pneumologico, dei trapianti d’organo, delle cure palliative, della procreazione assistita;
  • Psicologia dello sviluppo e dell’educazione e Psicologia scolastica;
  • Psicologia della disabilità e della riabilitazione, estesa alle persone con disturbi generalizzati dello sviluppo e a quelle in condizioni di fragilità o con disturbi cronici e invalidanti;
  • Neuropsicologia clinica, con importanti sviluppi relativamente alla riabilitazione delle persone con trauma cranico o stroke, al decadimento cognitivo e alla demenza, all’ambito forense;
  • Psicologia del lavoro e delle organizzazioni, che si articola nell’ambito della selezione e gestione delle risorse umane, dell’analisi e moderazione dello stress lavoro-correlato, dell’orientamento e della formazione professionale, della comunicazione e del marketing, dell’ergonomia;
  • Psicologia sociale, che include la Psicologia di comunità, dei media, la Psicologia dell’anziano, la Psicologia della salute e, in grande espansione, la Psicologia dell’interculturalità;
  • Psicologia dello sport;
  • Psicologia dell’emergenza;
  • Psicologia giuridica, in questo ambito, che origina dalle esigenze di tutela dei minori e del loro sviluppo, vi sono state sviluppi significativi relativamente alla valutazione del danno e alla tutela dell’integrità psicologica individuale, alla testimonianza, all’imputabilità, alla rieducazione e alla risocializzazione di chi commette reati.

In parallelo a questo ampliamento di settori e alla luce della missione definita dal codice deontologico (“Lo psicologo considera suo dovere accrescere le conoscenze sul comportamento umano ed utilizzarle per promuovere il benessere psicologico dell’individuo, del gruppo e della comunità. In ogni ambito professionale opera per migliorare la capacità delle persone di comprendere se stessi e gli altri e di comportarsi in maniera consapevole, congrua ed efficace.”) lo psicologo si è sempre più proposto come professionista che promuove il benessere individuale e comunitario, che orienta le persone verso l’acquisizione di abitudini e di stili di vita più funzionali e sani, che le sostiene nell’affrontare le crisi e i passaggi di vita e nell’adattarsi a cambiamenti e stressor, che cerca di intervenire proattivamente e precocemente, prima che il disturbo o il problema si manifesti in modo pieno e/o si cronicizzi. Sul piano dell’organizzazione e del rapporto di lavoro, l’iniziale dicotomia libero professionista-dipendente pubblico è stata superata da una gamma di condizioni intermedie, come quelle dell’associazione professionale, degli psicologi che partecipano a progetti o di quelli che operano nel privato sociale.

Molte delle tecniche di valutazione e di intervento psicologico oggi disponibili hanno passato un vaglio rigoroso in merito alla loro riproducibilità, alla validità, all’efficacia e all’effettiva applicabilità; vi sono, inoltre, convincenti prove che il loro utilizzo produce benefici significativi e riduce altri costi (ad esempio, l’uso di farmaci, le giornate di lavoro perse, il bisogno di sussidi), risultando così conveniente anche sul piano economico.

Le sfide che la professione di psicologo si trova ad affrontare e che saranno sempre più rilevanti nel futuro sono:

  • favorire l’effettiva disponibilità e l’accessibilità per tutte le persone con disturbi psicologici di interventi strutturati su più livelli di intensità (nel Regno Unito ogni anno circa un milione di persone si rivolge al programma IAPT – Improving Access to Psychological Therapies, mentre in Italia il numero di persone trattate psicologicamente per disturbi emotivi comuni non supera le 150.000), anche attraverso un’azione di sensibilizzazione e di pressione socio- politica;
  • favorire l’effettiva disponibilità e l’accessibilità per le persone con disturbi fisici cronici e/o invalidanti, e per i loro familiari, della consulenza e del sostegno psicologico, in collaborazione con la medicina di base e specialistica;
  • utilizzare per lo svolgimento di interventi psicologici i mezzi di comunicazione e i social media (dalle e-mail, a Skype, ai cosiddetti “programmi computerizzati di terapia”) in modo innovativo, ma deontologicamente corretto, sicuro ed efficace;
  • studiare l’impatto psicologico sull’individuo, sul gruppo e sulla comunità dei nuovi media, dei cambiamenti nel mondo del lavoro (precarietà e scomparsa di numerosi lavori), dei fenomeni migratori e dei processi di integrazione… e proporre strumenti per governare questi grandi processi sociali.

 

INFO:
Segreteria Sigmund Freud University
(lun-ven, h 9.00-16.30)
Ripa di Porta Ticinese 77, MILANO
0283241854  – segreteria@milano-sfu.it