L’area di Wernicke: la sede della comprensione del linguaggio – Introduzione alla Psicologia

L’ area di Wernicke è stata scoperta nel 1874 da un neurologo tedesco, Carl Wernicke, da cui ha ereditato il nome. L’ area di Wernicke è riconosciuta, insieme all’area di Broca, come una delle due aree nella corteccia cerebrale responsabile del linguaggio.

Realizzato in collaborazione con la Sigmund Freud University, Università di Psicologia a Milano

Messaggio pubblicitario San Giorgio fino al 15 Luglio Essa è localizzata nell’area 21 e 22 di Brodmann, che corrisponde al segmento posteriore del giro temporale superiore dell’emisfero dominante, che per il 95% delle persone risulta essere l’emisfero destro, e comprende la corteccia uditiva sul solco laterale.

Le aree 21 e 22 di Brodmann, rappresentano il centro focale dell’ area di Wernicke, nonostante siano coinvolte anche altre aree nel processo di comprensione del linguaggio. Infatti, in questo caso è necessario includere anche le aree 20, 37, 38, 39 e 40, coinvolte nei processi di composizione delle parole e in altri tipi di informazioni linguistiche aggiuntive.

L’ area di Wernicke è strettamente legata alla corteccia auditiva primaria, che svolge un ruolo importante nella comprensione del linguaggio parlato. Inoltre, a livello anatomico, esistono numerose connessioni tra l’ area di Wernicke e l’area di Broca; quest’ultima è deputata principalmente alla comprensione del linguaggio. Queste due aree, Wernicke e Broca, sono connesse tra loro da una serie di fascicoli che confluiscono a loro volta nel fascicolo arcuato.

Area di Wernicke: quali funzioni ha

Le funzioni svolte nell’ area di Wernicke sono:

  • Comprensione del linguaggio, sia scritto sia parlato;
  • Gestione della semantica del linguaggio, trasformando le parole nel loro significato.
  • Pianificazione della produzione del discorso.

Queste funzioni rappresentano la base della comprensione del linguaggio, e sono alla base della comunicazione.

Area di Wernicke: cosa accade in caso di lesioni?

Le lesioni che possono verificarsi all’ area di Wernicke, a causa di un ictus, possono portare a conseguenze negative nell’uso del linguaggio.

L’ afasia di Wernicke, riguardante la comprensione del linguaggio, è caratterizzata dalla presenza di una comunicazione destrutturata e priva di significato, unita a una deficitaria comprensione del linguaggio. Tuttavia, nonostante il messaggio prodotto sia carente di significato, il discorso è trasmesso in maniera fluida, perché la produzione del linguaggio non è compromessa dal disturbo.

A differenza dell’afasia di Broca, il paziente utilizza una grande quantità di parole funzionali, oltre che tempi verbali complessi e frasi subordinate.

A volte, però, i pazienti sostituiscono le parole con altre aventi significato simile loro e questo effetto prende il nome di paralessia semantica, in cui anziché dire la parola che si cerca, se ne dice una diversa con significato uguale.

L’ afasia di Wernicke, dunque, si mostra con fluidità linguistica. Infatti, i soggetti affetti da questo disturbo non hanno nessun problema a sostenere un discorso, seppure carente di significato. Tutto questo si verifica perché la struttura cerebrale incaricata della produzione del discorso è l’area di Broca, e conferma che l’ area di Wernicke è specializzata nella comprensione e nella semantica del linguaggio, nonostante sia connessa ad altre aree che sono in grado di proseguire le loro funzioni in maniera indipendente.

Un’altra caratteristica della afasia di Wernicke è l’incomprensione uditiva. Il paziente, quindi, è incapace di comprendere ciò che gli altri gli comunicano. E i pazienti con suddetto tipo di afasia sono inconsapevoli della loro assenza di comprensione. Grazie ai notevoli sviluppi scientifici riguardo l’ area di Wernicke, è chiaro ormai come danni a quest’area siano alla base dell’eziologia di differenti disturbi.

La comprensione del linguaggio può essere valutata, per esempio, attraverso il token test costituito da una serie di comandi che coinvolgono 20 token di diverse forme, dimensioni e colori presentati attraverso un ordine di crescente complessità. Una compromissione della comprensione può essere dovuta al fallimento del riconoscimento delle parole, della memoria uditiva, della formazione della struttura sintattica o della discriminazione del parlato.

Afasia di Wernicke: i muscoli coinvolti

Messaggio pubblicitario NETWORK CLINICA Nonostante tutta la produzione linguistica sia il risultato di una serie di movimenti muscolari, nuove ricerche dimostrano che i meccanismi neurologici coinvolti nella produzione linguistica non sono semplicemente limitati ai comandi motori che sollecitano i muscoli. Quindi, prima che vengano inviati i suddetti comandi motori, chi parla deve creare un’immagine mentale dei suoni che costituiscono le parole. Un’esemplificazione di ciò potrebbe essere il sapere che la parola “neve” fa rima con “beve” senza il bisogno di dire tali parole ad alta voce. Una rottura di questo processo di recupero comporta uno spostamento improprio delle parole pronunciate. Tale fenomeno è un punto chiave dell’ afasia di Wernicke, comunemente associata a deficit di comprensione, nonostante anche i problemi nella produzione del linguaggio rimangono una componente costante.

Area di Wernicke: sindromi cliniche

L’ area di Wernicke potrebbe essere danneggiata anche dalla carenza di vitamina B1 (tiamina). Questa carenza, alla lunga, potrebbe portare al manifestarsi della sindrome di Wernicke-Korsakoff. L’ area di Wernicke è, infatti, spesso associata all’alcolismo cronico, nonostante l’encefalopatia di Wernicke può avere altre cause eziologiche: malnutrizione, aumento del fabbisogno metabolico o nel contesto della dialisi renale. Statistiche recenti hanno mostrato che il 12,5% dei pazienti con una storia di alcolismo cronico hanno mostrato lesioni encefalopatiche nell’area di Werincke. Le lesioni in quest’area potrebbero consistere in una congestione vascolare, in emorragie petecchiali, e in proliferazione microgliale. I casi cronici possono anche includere gliosi, demielinizzazione e perdita di neuropilo con relativa conservazione dei neuroni. Nonostante la perdita neuronale è maggiormente predominante nel talamo mediano non mielinizzato, l’atrofia dei corpi mammillari è specificamente associata all’encefalopatia di Wernicke.

I sintomi cardinali della sindrome di Wernicke includono, inoltre, atassia dell’andatura, nistagmo orizzontale ed encefalopatia. L’encefalopatia potrebbe essere caratterizzata da distraibilità, delirium e un profondo disorientamento spazio-temporale e relativo alle persone. Sebbene il nistagmo orizzontale sia la scoperta oculare più comune, potrebbe presentarsi anche il nistagmo verticale. L’atassia esperita in questi pazienti è una combinazione di disfunzioni vestibolari, coinvolgimento cerebellare e polineuropatia. Altri ritrovamenti comuni potrebbero includere una severa ipotensione, ipotermia o coma.

In conclusione, a causa della grande plasticità del cervello, se l’emisfero sinistro è danneggiato, è possibile che il linguaggio si possa sviluppare anche nell’emisfero destro. Grazie a questo fenomeno di plasticità cerebrale, l’impatto delle lesioni cerebrali è ridotto, consentendo, in questo modo, il manifestarsi di un normale sviluppo del linguaggio.

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