Le piperazine si trovano sotto forma di capsule o pasticche, più raramente sotto forma di polvere, costituiscono un’alternativa all’ecstasy e hanno addirittura superato la vendita della stessa.
Realizzato in collaborazione con la Sigmund Freud University, Università di Psicologia a Milano
Messaggio pubblicitario La piperazina, detta anche “droga legale”, è un composto chimico appartenente alla classe degli eterociclici, di formula bruta C4H₁0N₂, con struttura di esaidroderivato della pirazina che include la benzilpiperazina (BZP) gruppo limitato di derivati di tipo benzilico. Essa, in sostanza, deriva dalla sintesi del 1,2-dicloroetano e da ammoniaca. Si tratta di un composto eterociclico esa-atomico in cui sono presenti due atomi di azoto in posizione 1,4 che si mostra sotto forma di cristalli deliquescenti dal gusto salino. Il suo nome deriva dalla somiglianza con la piperidina, un costituente della piperina estratta dal pepe nero. I derivati della piperazina rappresentano un’ampia classe di composti chimici dall’importante attività farmacologica. Tra questi si annoverano, ad esempio, il viagra e il levitra, l’imatinib, la ciclizina, il trazodone, il nefazodone, gli antielmintici e varie droghe da abuso.
I giovani definiscono questa droga attraverso diversi nomi: pep, euphoria, nemesis, Arlequin, Regenboogies, Duhovka, Rainbow o bliss. Le piperazine si trovano sotto forma di capsule o pasticche, e più raramente sotto forma di polvere. Le piperazine sono un’alternativa all’ecstasy e hanno, addirittura, superato la vendita della stessa. Infatti, 40 mm di benzilpiperazina (BZP) hanno l’effetto di 120 mm di ecstasy, con un costo molto ridotto. Inoltre, rappresentano uno degli ingredienti principali dei cocktail di stupefacenti più in voga.
La piperazina nasce come farmaco per trattare i parassiti del bestiame ed è spesso utilizzata come antielmintico, attivo elettivamente sugli Ascaridi e, seppure in misura minore, sugli Ossiuri. La piperazina non uccide i parassiti, ma esercita un’intensa azione paralizzante sulla muscolatura degli elminti, che provoca la loro espulsione attraverso l’intestino.
La piperazina allo stato puro si mostra come un liquido incolore, solubile in acqua e di odore sgradevole, mentre in soluzioni acquose si separa e forma un solido cristallino esaidrato.
Storia
La piperazina, fin dalla fine dell’Ottocento, è stata una dei prodotti di punta dell’azienda di Leon Midy, fondata nel 1867 a Parigi che, attualmente, prende il nome di Sanofi Aventis. La piperazina per anni ha garantito gran parte del fatturato di questa azienda e di conseguenza, era al centro di una enorme campagna pubblicitaria eseguita attraverso la diffusione di veri e propri santini, cioè immagini sacre aventi sul retro la pubblicità del prodotto.
La piperazina era considerato un potente antisettico utilizzato contro litiasi renale, gotta, coliche nefritiche ed infezioni all’apparato urinario. La piperazina, inoltre, era anche un potente inquinante dell’ambiente acquatico e molti dei suoi derivati erano stati classificati come delle vere e proprie droghe. Ad esempio, la benzilpiperazina (BZP), utilizzata per trattare le infezioni enteroparassitarie negli animali d’allevamento, e quindi facilmente acquistabile anche in farmacia.
Sul grande mercato è arrivata nel 2006 e ben presto si è diffusa in tutto il mondo.
Effetti
La BZP è uno stimolante del Sistema Nervoso Centrale che genera un aumento delle pulsazioni, della pressione sanguigna e la dilatazione pupillare. Provoca scarso appetito, sudorazione, nausea, dolori addominali, emicrania, tremori, perdita del sonno, dell’energia, confusione, irritabilità.
Messaggio pubblicitario La BZP, inoltre, è un irritante della pelle e persone che ne inalano la polvere o che ne maneggiano le compresse possono sviluppare mal di gola o irritazioni alle vie respiratorie. Essa è in grado di generare ansia, vertigini, confusione, brividi, sensibilità alla luce e al rumore, emicrania, paura di perdere il controllo e attacchi di panico.
Gli effetti fisiologici e soggettivi raggiungono il loro picco dopo 1-2 ore dall’assunzione per via orale.
I sintomi causati dalle piperazine possono persistere anche per 24 ore. Assunte a dosi elevate possono produrre allucinazioni, convulsioni e depressione respiratoria. Invece, se prese con regolarità possono portare a dipendenza e assuefazione.
I sintomi di overdose da ecstasy e da benzilpiperazina sono simili, e senza esami del sangue è difficile individuare la presenza di questa sostanza, visto che manca anche un kit specifico per l’analisi tossicologica delle urine.
Per questo, è arduo agire tempestivamente e di conseguenza determina elevata mortalità. La piperazina, insomma, fa parte di quel gruppo di molecole che di per sé è innocua, ma se combinata con altro diventa pericolosa.
Conseguenze
Le piperazine sono droghe stimolanti che possono causare gravi problemi per la salute e gli effetti si amplificano se assunta a amfetamine o con altre droghe. In Europa sono stati registrati vari casi di intossicazione acuta da piperazine che hanno richiesto il ricovero presso strutture ospedaliere e sono purtroppo noti anche casi di decesso correlati all’assunzione di piperazine.
I rifornimenti di piperazine arrivano principalmente dalla Nuova Zelanda, dove risulta che il 20 per cento della popolazione abbia provato la droga almeno una volta. Una delle maggiori società produttrici di piperazine vende un milione di pillole all’anno, per un giro d’affari di milioni di euro.
Il consumo e il possesso di BZP non sono proibiti totalmente, perché esistono dei surrogati di questa sostanza ancora del tutto legali. In Inghilterra, in particolare, è possibile prenderla in farmacia dietro prescrizione medica. Inoltre, tantissimi giovani riescono a procurarsi la droga via Internet.
Realizzato in collaborazione con la Sigmund Freud University, Università di Psicologia a Milano
RUBRICA: INTRODUZIONE ALLA PSICOLOGIA
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Bibliografia
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