A cosa servono le emozioni?
Un’emozione può essere definita come una risposta breve, involontaria e multicomponenziale a uno stimolo che può essere interno – come, ad esempio, un pensiero – o esterno – ovvero, qualcosa che accade nell’ambiente che ci circonda (Atkinson et al., 2017; Ekman & Davidson, 1994). Una cosa importante è che le emozioni, anche quelle più “fastidiose” o sgradevoli (come possono essere l’ansia, la tristezza o la rabbia) sono tutte utili: esse si sono infatti evolute nel corso della storia del genere umano per fungere da segnali capaci di guidarci nell’affrontare una vasta gamma di situazioni nel modo più adattivo possibile, motivandoci ad agire. Ad esempio, possiamo provare rabbia quando percepiamo che qualcuno o qualcosa si è frapposto ingiustamente tra noi e un obiettivo per noi importante: in altre parole, questa emozione ci sta comunicando “Attenzione: qualcuno ti sta impedendo di raggiungere un obiettivo importante! Fai qualcosa!”, e per portare con urgenza la nostra attenzione su questa situazione e spingerci ad agire si esprime attraverso segnali non proprio gradevoli, come tensione muscolare, calore al viso e irrequietezza. Oltre che fornire informazioni a noi stessi su una data situazione, le emozioni (e, soprattutto, la loro espressione) comunicano qualcosa anche agli altri, potenzialmente influenzando il loro comportamento (Linehan, 2015).
Disregolazione emotiva: quando le emozioni diventano nemiche
Anche quando non sono proprio piacevoli, quindi, è importante saper “stare dentro” alle proprie emozioni e cercare di comprendere quello che vogliono comunicarci. Tuttavia, talvolta questo può essere più facile a dirsi che a farsi. A volte, infatti, le emozioni possono essere così intense da fare fatica a riconoscerle e accettarle, arrivando così a cercare di sopprimerle o, al contrario, agendo impulsivamente in risposta ad esse – sfociando in ciò che in psicologia viene definita “disregolazione emotiva” (Gratz & Roemer, 2004; Linehan, 2015). E quando ciò inizia ad accadere con una certa frequenza, può avere un impatto negativo sul nostro benessere sulle nostre relazioni.
Ma perché per alcune persone sembra essere più difficile comprendere e modulare le proprie emozioni? Sicuramente la nostra biologia è coinvolta, nel senso che alcuni di noi sono semplicemente più sensibili, più vulnerabili a esperire le emozioni con maggiore intensità: su questo – ahimè – non abbiamo un grande potere; tuttavia, è difficile che questa predisposizione basti da sola a causare grosse difficoltà nella regolazione delle emozioni. Tali difficoltà sono infatti favorite dalla presenza di altri fattori, primo tra tutti la mancanza di abilità adeguate per regolare in modo efficace le proprie emozioni, abilità che possono essere apprese e allenate. La mancanza di abilità potrebbe essere dovuta al fatto che siamo cresciuti con alcuni “miti” o credenze sbagliate sulle emozioni: ad esempio, potremmo avere imparato che le emozioni sono “cattive”, oppure che la loro espressione è un segno di debolezza, spingendoci così a cercare di evitarle o sopprimerle (cosa che, inevitabilmente, non ci ha permesso di apprendere delle strategie funzionali per gestirle). In modo simile, potremmo aver vissuto delle situazioni in cui abbiamo provato a comunicare qualcosa esprimendo un’emozione e non siamo stati ascoltati, spingendoci a esprimere il nostro messaggio (e l’emozione che lo accompagnava) in modo via via più intenso. E se il nostro messaggio è stato accolto solamente quando abbiamo manifestato le nostre emozioni in modo più intenso, la nostra “escalation emotiva” è stata rinforzata: in altre parole, abbiamo imparato che per ricevere ascolto è utile esprimere le nostre emozioni in maniera disregolata (Linehan, 2015).
La buona notizia è che le nostre esperienze passate e la mancanza di abilità di regolazione emotiva non sono una condanna, in quanto sono tutti elementi su cui possiamo lavorare: possiamo imparare a identificare le credenze sulle emozioni che non ci hanno aiutato e prenderne le distanze, così come possiamo apprendere nuove abilità e metterle in pratica, facendo esperienze nuove e più positive di comunicazione delle emozioni.
In cosa consiste il percorso Emotional regulation?
Se fai fatica a riconoscere le tue emozioni e te ne senti sopraffatto, il percorso Emotional regulation potrebbe fare al caso tuo. Si tratta di un percorso di supporto psicologico rivolto ai giovani di età compresa tra i 18 e i 30 anni, durante il quale imparerai a conoscere meglio le tue emozioni e apprenderai delle tecniche pratiche per modularle e comunicarle in modo più efficace, diventando tue alleate invece che qualcosa da temere e combattere.
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A cura di Silvia Carrara, MSc e dottorando di ricerca presso la Sigmund Freud University.
Bibliografia
Atkinson, R. L., Hilgard, E. R., Nolen-Hoeksema, S., Fredrickson, B. L., Loftus, G. R., Lutz, C., & Cornoldi, C. (2017). Atkinson & Hilgardʼs. Introduzione alla psicologia (16° edizione). Piccin-Nuova Libraria.
Ekman, P., & Davidson, R. J. (A c. Di). (1994). The Nature of Emotion: Fundamental Questions (1st edition). Oxford University Press.
Gratz, K. L., & Roemer, L. (2004). Multidimensional Assessment of Emotion Regulation and Dysregulation: Development, Factor Structure, and Initial Validation of the Difficulties in Emotion Regulation Scale. Journal of Psychopathology and Behavioral Assessment, 26(1), 41–54. https://doi.org/10.1023/B:JOBA.0000007455.08539.94
Linehan, M. M. (2015). DBT Skills Training Manual. Guilford Publications.