Ansia infantile: l’importanza di valutare i punti di vista della madre e del bambino

Definire se un bambino o un adolescente soffrono di ansia patologica e se, quindi, può essere utile un intervento terapeutico è un compito delicato, soprattutto quando il disturbo è vissuto in modo internalizzante. Più studi hanno confermato l’importanza di raccogliere il punto di vista sia del minore che della madre e a questo scopo sono stati messi a punto degli strumenti psicologici mirati. Uno di questi è il questionario SCAREDScreen for Child Anxiety Related Emotional Disorders, che incrocia i dati dei due soggetti coinvolti attraverso l’utilizzo di più variabili. Una ricerca a cui ha partecipato Simona Scaini, Vice-direttore del corso di Laurea Triennale in Psicologia alla Sigmund Freud University di Milano, ne ha valutato per la prima volta l’efficacia su un campione di bambini e adolescenti italiani, insieme alle loro madri.

 

Questionario SCARED: analisi della struttura fattoriale

Il questionario SCARED – Screen for child Anxiety Related Emotional Disorders è considerato uno dei migliori strumenti per misurare l’ansia infantile: più ricerche ne hanno confermato l’efficacia nel riportare il punto di vista sia della madre che del bambino, anche all’interno di culture diverse. Una delle sue caratteristiche è di avere una struttura fattoriale, composta da più variabili di tipo ordinale, con una struttura a scala di valori. La ricerca Evaluation of mother-child agreement and factorial structures of the SCARED questionnaire in an Italian clinical sample ha coinvolto 171 bambini e adolescenti tra gli 8 e i 18 anni insieme alle loro le madri. L’obiettivo dello studio era valutare due aspetti: la struttura fattoriale della scala nella versione compilata dal minore e in quella compilata dalla madre e l’accordo tra madre e figlio per ogni singola variabile. I risultati rivelano che le versioni della madre e del figlio presentano due diverse strutture fattoriali, ma che vi è anche una concordanza madre-figlio da moderata a forte e che aumenta proporzionalmente all’aumentare dell’età del figlio.

 

Individuare l’ansia per prevenirla

La predisposizione all’ansia ha basi genetiche e le prime manifestazioni di un temperamento di tipo ansioso si manifestano già nella prima infanzia. Riuscire a identificare i primi sintomi è molto importante per evitare che dei semplici tratti caratteriali evolvano in una reale sofferenza di tipo ansioso. La difficoltà maggiore che lo psicologo deve superare sta nel doversi rapportare a soggetti che, per la loro giovanissima età, non sempre riescono a esprimere in modo efficace il proprio mondo interiore e che, al tempo stesso, dipendono fortemente da genitori e adulti di riferimento. Per questo diventa importante dotarsi di strumenti come il questionario SCARED, in grado di offrire uno sguardo d’insieme che può accompagnare in modo efficace ulteriori interviste condotte in profondità. La ricerca Evaluation of mother-child agreement and factorial structures of the SCARED questionnaire in an Italian clinical sample ne ha studiato nel dettaglio la struttura fattoriale su un campione italiano, offrendo informazioni utili su come poterlo impiegare al meglio.

 

ARTICOLI SIMILI:
Insegnare ai bambini a mangiare più frutta e verdura: un aiuto dalla psicologia
Timidezza infantile, competenze sociali e risposta corticale alle emozioni: il ruolo della genetica