Binge eating: il ruolo delle metacognizioni sul rimuginio desiderante

Il binge eating è quel comportamento disfunzionale per cui una persona mangia in modo impulsivo e incontrollato rispondendo a stimoli di tipo ansioso, facendo seguire le abbuffate da altrettanti periodi di dieta stretta. Questo comportamento è accompagnato da malesseri di tipo psicologico come ansia, depressione, pensieri irrazionali, errata percezione del proprio corpo e da aspetti legati al desiderio come craving e rimuginio desiderante, ovvero dal desiderio incontrollato accompagnato da sofferenza psicologica acuta e da pensieri ricorrenti attorno all’oggetto del desiderio, in questo caso il cibo. Un elemento particolare delle dinamiche del binge eating sono le metacognizioni che il soggetto ha attorno al rimuginio desiderante e cioè come la pensa sul fatto che si trova a desiderare ciò che proprio non vorrebbe desiderare. Una ricerca ha indagato proprio questo aspetto.

 

Le metacognizioni negative portano al binge eating

La ricerca “Metacognitions about desire thinking predict the severity of binge eating in a sample of Italian women” ha studiato il ruolo che le metacognizioni sul rimuginio desiderante svolgono nel far sì che un soggetto a dieta si abbandoni a episodi di binge eating. Lo studio ha coinvolto 104 donne: 32 in cura per disturbi alimentari a livello clinico, 39 con disturbi lievi e 33 con comportamenti alimentari equilibrati, come gruppo di controllo. I vari aspetti psicologici del binge eating, comprese le metacognizioni, sono stati individuati e misurati attraverso questionari.

I risultati hanno evidenziato il ruolo chiave giocato dalle metacognizioni negative sul rimuginio desiderante nello scatenare il binge eating: in altre parole, i soggetti che a priori considerano negativamente il fatto di provare forte desiderio di mangiare e di avere pensieri intrusivi ricorrenti attorno al cibo, sono proprio quelli in cui gli episodi di binge eating sono più frequenti e intensi. Lo studio conferma l’importanza della dimensione metacognitiva nelle dinamiche psicologiche e, di conseguenza, nel trattamento psico-terapeutico. La ricerca è stata condotta da Marcantonio Spada (London South Bank University) insieme a Gabrielle Caselli (Sigmund Freud University di Milano), Bruce A. Fernie (King’s College London), Ana V. Nikcevic (South London and Maudsley NHS Foundation Trust), Giovanni M. Ruggiero (Sigmund Freud University di Milano), Fabio Boccaletti (Studi Cognitivi), Giulia Dallari (Università di Pavia), Sandra Sassaroli (Sigmund Freud University di Milano).

 

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