Depressione post-partum e interventi online in gravidanza: cosa dice la ricerca?

Depressione post-partum e interventi online in gravidanza: cosa dice la ricerca?

La gravidanza e la maternità sono spesso associate a momenti di grande felicità e benessere psico-fisico. Tuttavia, la gravidanza e il periodo successivo alla nascita possono configurarsi come fasi di profonda vulnerabilità psicologica. La depressione post-partum (DPP) è una delle numerose fenomeniche che possono insorgere durante il periodo perinatale e rappresenta una condizione diffusa e complessa, che colpisce fino al 17,7% delle donne a livello globale (Wang et al., 2021) e può avere ripercussioni significative non solo sulla madre, ma anche sullo sviluppo del bambino e sulle dinamiche familiari (i.e. Grigoriadis et al., 2013).

In questo contesto, risulta fondamentale sviluppare strategie di intervento adeguate alla condizione clinica presentata dalla donna e, sebbene in letteratura sia confermata l’efficacia di determinati interventi nei casi di depressione, il ruolo della prevenzione primaria non è ancora stabilito. Un gruppo di ricercatrici della Sigmund Freud University di Milano ha recentemente condotto una revisione sistematica e meta-analisi volta a valutare l’efficacia degli interventi psicologici, svolti online durante la gravidanza, nella riduzione della sintomatologia depressiva post-partum (Savoia et al., 2025).

Lo studio: obiettivi e metodologia

Questa revisione sistematica e meta-analisi, dal titolo “Effect of prenatal online interventions on postpartum depressive symptoms and well‑being: a systematic review and meta‑analysis”, ha l’obiettivo di valutare l’efficacia degli interventi online, svolti durante la gravidanza, nella riduzione dei sintomi depressivi post-partum e, in secondo luogo, si pone l’obiettivo di indagare l’impatto di tali interventi sul benessere generale e sulla qualità del sonno.

La revisione sistematica e meta-analisi è stata scritta in accordo con le linee guida PRISMA (Page et al., 2020) e ha incluso 18 studi randomizzati controllati (RCT) pubblicati tra il 2015 e il 2024, con un totale di 9.565 partecipanti. I criteri di inclusione comprendevano donne maggiorenni in gravidanza, interventi psicologici online (con o senza il supporto di professionisti), l’utilizzo di misure validate per la depressione e il benessere psicologico.

Risultati principali

I 18 articoli inclusi nella revisione sistematica mostrano una notevole eterogeneità sia per quanto riguarda la popolazione di riferimento che per i trattamenti adottati nei gruppi sperimentali e di controllo. In particolare, la popolazione studiata differisce per dimensioni del campione, età e periodo gestazionale, con il 38,8% degli studi che coinvolgono una popolazione clinica. Gli interventi dei gruppi sperimentali si basano su modelli teorici diversi e presentano un numero di sessioni variabile, generalmente settimanali, con modalità di interazione e attività altrettanto diversificate.

La meta-analisi ha mostrato che gli interventi online in gravidanza hanno un effetto significativo nella riduzione dei sintomi depressivi post-partum (Cohen’s d = 0.37; p = 0.0114). In particolare, l’efficacia è più marcata negli studi in cui il gruppo di controllo riceveva il trattamento abituale, suggerendo che gli interventi online possono offrire un valore aggiunto rispetto alle cure standard.

Tra le diverse tipologie di trattamento analizzate, quelle che includono attività di rilassamento e attività fisica (come Pilates o esercizi respiratori) hanno mostrato un’efficacia particolarmente elevata (Cohen’s d = 1.10). Al contrario, gli approcci più tradizionali come la terapia cognitivo-comportamentale (CBT), la mindfulness e la psicoeducazione hanno evidenziato effetti più contenuti.

Un altro dato interessante riguarda il confronto tra interventi condotti da professionisti e quelli interamente automatizzati: non sono emerse differenze significative in termini di efficacia, indicando il potenziale delle app e delle piattaforme online come strumenti accessibili per la prevenzione della DPP.

La meta-analisi ha evidenziato, infine, che gli interventi sembrano più efficaci nelle popolazioni non cliniche. In queste, è stata osservata una significativa riduzione dei sintomi depressivi dalla gravidanza al post-partum, mentre nelle donne già clinicamente sintomatiche l’effetto è stato più contenuto. Questo risultato rafforza l’idea dell’utilità degli interventi online come strumenti di prevenzione primaria.

Benessere e qualità del sonno: risultati misti

Meno conclusivi sono stati i risultati rispetto al benessere generale e alla qualità del sonno. Solo cinque studi hanno valutato questi aspetti e, sebbene alcuni abbiano riscontrato un miglioramento nel gruppo sperimentale, i risultati sono stati eterogenei. Questo suggerisce la necessità di ulteriori ricerche per chiarire l’impatto complessivo degli interventi anche su queste dimensioni.

Considerazioni metodologiche

Circa il 39% degli studi analizzati presentava un basso rischio di bias, mentre il 33% era ad alto rischio. Paradossalmente, proprio gli studi a più alto rischio mostravano gli effetti più forti, suggerendo la necessità di interpretare i risultati con cautela. Inoltre, la grande eterogeneità tra i protocolli utilizzati (durata, contenuti, presenza di follow-up, uso di app vs email, ecc.) rende difficile stabilire quale componente sia più efficace.

Verso linee guida più chiare

I risultati evidenziano l’importanza di sviluppare linee guida più standardizzate per la progettazione di interventi online rivolti alle donne in gravidanza. Le autrici suggeriscono che la futura ricerca dovrebbe concentrarsi sull’identificazione dei meccanismi di cambiamento, attraverso l’analisi dei mediatori e dei moderatori degli effetti terapeutici.

Conclusioni

Questa revisione sistematica e meta-analisi, condotta da un team di ricercatrici della sede italiana della SFU in collaborazione con IESCUM, rappresenta un contributo importante alla letteratura sulla prevenzione della DPP. Gli interventi psicologici online durante la gravidanza si confermano strumenti promettenti, soprattutto per le donne non clinicamente sintomatiche, con vantaggi in termini di accessibilità, costi e flessibilità.

Tuttavia, restano aperte diverse sfide: comprendere meglio quali componenti rendano un intervento efficace, garantire qualità metodologica negli studi futuri e promuovere approcci personalizzati, in grado di adattarsi ai bisogni specifici delle donne durante questo delicato momento di vita. In attesa di ulteriori conferme, questa ricerca ci offre uno sguardo solido e incoraggiante su come le nuove tecnologie possano essere al servizio del benessere materno.


A cura di Alessandro Ocera, MSc e dottorando di ricerca presso la Sigmund Freud University.


Bibliografia

Grigoriadis, S., VonderPorten, E. H., Mamisashvili, L., Tomlinson, G., Dennis, C. L., Koren, G., … & Ross, L. E. (2013). The impact of maternal depression during pregnancy on perinatal outcomes: a systematic review and meta-analysis. The Journal of clinical psychiatry, 74(4), 8615.

Savoia, A., Scaini, S., Rossi, F., Calcinati, M., & Oppo, A. (2025). Effect of prenatal online interventions on postpartum depressive symptoms and well-being: a systematic review and meta-analysis. Archives of Women’s Mental Health, 1-17. https://doi.org/10.1007/s00737-025-01575-0

Wang, Z., Liu, J., Shuai, H., Cai, Z., Fu, X., Liu, Y., Xiao, X., Zhang, W., Krabbendam, E., Liu, S., Liu, Z., Li, Z., & Yang, B. X. (2021). Mapping global prevalence of depression among postpartum women. Translational Psychiatry, 11(1). https://doi.org/10.1038/s41398-021-01663-6