Quand’è che tendi a procrastinare di più? In quali situazioni? Innanzitutto vediamo che cosa significa “procrastinare”. Generalmente, la procrastinazione è quella comune tendenza a posticipare di proposito, nonostante le prevedibili conseguenze negative, l’inizio e il completamento di compiti o attività importanti e prioritarie che hanno necessità di essere svolte il prima possibile, andandole a sostituire con attività più piacevoli o compiti meno urgenti (Fernie et al., 2015; Salvatori, 2017; Steel, 2007).
In che stile di procrastinazione ti identifichi?
I motivi che portano una persona a procrastinare possono essere svariati. Grazie alle caratteristiche che accomunano le esperienze di procrastinazione di molti individui, è stato possibile individuare diverse tipologie di “procrastinatori”.
- Il procrastinatore di decisioni è un soggetto che rimanda intenzionalmente una decisione che sarebbe meglio prendere in un definito lasso di tempo (Effert & Ferrari, 1989). Soprattutto in circostanze stressanti, l’individuo è spinto a procrastinare poiché è preoccupato di non riuscire a fare scelte giuste e soddisfacenti per i suoi obiettivi (Giusti, 2013). E cosa c’è di meglio di non sentirsi in colpa per aver fatto una scelta sbagliata? Posticiparla!
- Il procrastinatore da arousal è un individuo che, al fine di aumentare il proprio livello di attivazione fisiologica, rimanda i propri doveri da svolgere fino all’ultimo minuto poiché questo processo gli procura nuove e forti sensazioni, e si impegna soltanto in prossimità della scadenza (Ferrari, 1992). Arrivare “con l’acqua alla gola” per alcune persone sembra essere fonte di eccitazione, una sensazione necessaria per attivare l’impegno e la volontà di fare le cose. Anche per te è così?
- Il procrastinatore evitante è una persona che, per proteggere la propria autostima, posticipa un compito per evitare il disagio derivante dalla paura di fallire o di ricevere giudizi negativi (Ferrari, 1992; Ramirez-Basco, 2010). Anche tu pensi: “Perché mettersi in ridicolo e finire per sentirsi un fallimento se possiamo occuparcene in futuro, a data da destinarsi?”
- Il procrastinatore insicuro, in modo simile, è un soggetto che procrastina un compito per paura degli errori e del fallimento, a causa della scarsa fiducia nelle proprie capacità (Ramirez-Basco, 2010). Anche tu non ti senti mai abbastanza pronto o abbastanza capace?
- Il procrastinatore perfezionista è un individuo che prima prende in carico troppi impegni e poi finisce per abbandonare l’impresa quando si accorge di non poterli portare tutti al termine (domina il pensiero dicotomico “tutto o nulla”, per cui o riesce a finire il lavoro oppure è una catastrofe), oppure, per timore del giudizio altrui, non riesce a concludere il compito in quanto, eccessivamente focalizzato sulla prestazione e in allerta rispetto a potenziali giudizi negativi, perde un po’ di vista l’obiettivo del compito stesso (Ferrari, 1989; Ramirez-Basco, 2010). Anche tu ti fai travolgere dalle aspettative e fatichi a tollerare l’errore?
- Il procrastinatore disorganizzato è un soggetto che rinvia lo svolgimento o il completamento di un compito a causa della mal gestione del tempo, ovvero tende a sopravvalutare il tempo a disposizione e a sottovalutare il tempo necessario ad eseguire il compito, nonché ha una difficoltà a stabilire quali impegni sono prioritari rispetto ad altri (Giusti, 2013; Ramirez-Basco, 2010). Anche per te è difficile organizzare gli impegni in base al tempo a disposizione?
- Il procrastinatore passivo-aggressivo è una persona che utilizza la procrastinazione in modo strategico per fare arrivare agli altri un messaggio, ovvero tardando lo svolgimento di un compito comunica agli altri che il compito che gli è stato richiesto di portare a termine non è stato gradito e così li punisce (Ramirez-Basco, 2010). Anche te non sopporti quando qualcuno ti dice cosa devi fare?
In conclusione, chiunque di noi può procrastinare in alcune occasioni. Tuttavia, la procrastinazione può diventare disadattiva quando comporta conseguenze negative rilevanti che potevano essere evitate, e quando viene messa in atto frequentemente come una delle strategie principali per gestire situazioni difficili e in diverse aree di vita (Salvatori, 2017).
A cura di Martina Gori, MSc e dottorando di ricerca presso la Sigmund Freud University.
Bibliografia
Effert, B. R., & Ferrari, J. R. (1989). Decisional procrastination: Examining personality correlates. Journal of Social Behavior and Personality 4, 151-156.
Fernie, B. A., McKenzie, A.-M., Nikčević, A. V., Caselli, G., & Spada, M. M. (2015). The Contribution of Metacognitions and Attentional Control to Decisional Procrastination. Journal of Rational-Emotive & Cognitive-Behavior Therapy, 34(1), 1–13. https://doi.org/10.1007/s10942-015-0222-y
Ferrari, J. R. (1989). Reliability of Academic and Dispositional Measures of Procrastination. Psychological Reports, 64(3_suppl), 1057–1058. https://doi.org/10.2466/pr0.1989.64.3c.1057
Ferrari, J. R. (1992). Psychometric validation of two Procrastination inventories for adults: Arousal and avoidance measures. Journal of Psychopathology and Behavioral Assessment, 14(2), 97–110. https://doi.org/10.1007/BF00965170
Giusti, E. (2013). Rinviare mai più! Terapia della procrastinazione. Sovera Edizioni.
Ramirez-Basco, M. (2010). The Procrastinator’s Guide to Getting Things Done. The Guilford Press, New York. Tr. it. (2011) Prima o poi lo faccio! Come modificare la cattiva abitudine di rimandare sempre. Eclipsi, Firenze.
Salvatori, C. (2017). SE NON ORA QUANDO? PROCRASTINAZIONE: ORIGINE E TRATTAMENTO. Cognitivismo clinico.
Steel, P. (2007). The nature of procrastination: A meta-analytic and theoretical review of quintessential self-regulatory failure. Psychological Bulletin, 133(1), 65–94. https://doi.org/10.1037/0033-2909.133.1.65