La pittrice Frida Kahlo (1907-1954) è uno degli esempi più significativi di come la vita di un artista possa prevalere sulla sua opera, diventando un motore di fama e fortuna, ma al tempo stesso anche una gabbia che ne soffoca il valore artistico in sé. Trasformata in un’icona pop, riprodotta su innumerevoli spille, poster, monili e vestitini, Frida Kahlo è diventata famosa al grande pubblico più per la sua travagliata vicenda umana, che non per il significato estetico dei suoi dipinti. Queste dinamiche sono piuttosto diffuse nell’industria culturale contemporanea e possono avere diverse motivazioni, spesso di tipo commerciale o politico. Una grande mostra al MUDEC – Museo delle Culture di Milano per la prima volta si pone l’obiettivo di rovesciare la semplificazione e la mitizzazione del “personaggio Frida” per mettere al centro della scena, invece, la sua straordinaria produzione artistica.
Una grande retrospettiva
La mostra “Frida. Oltre il mito”, esposta al MUDEC dall’1 febbraio al 3 giugno, è una grande retrospettiva dedicata all’artista messicana, che in un’unica sede espositiva riunisce tutte le sue opere provenienti dal Museo Dolores Olmedo di Città del Messico e dalla Jacques and Natasha Gelman Collection, le due collezioni più importanti al mondo su Frida Kahlo, insieme a capolavori mai visti provenienti da altri autorevoli musei internazionali. La particolarità di questa esposizione, rispetto ad altre già realizzate in questi anni sull’artista messicana, sta nel voler andare appunto “oltre il mito” di Frida Kahlo, superando gli stereotipi troppo spesso cresciuti attorno alla sua figura. Per far questo, l’intera produzione artistica della pittrice messicana è stata riconsiderata alla luce di nuovi documenti emersi in questi anni. Fondamentali, in questo senso, sono state le ricerche condotte dallo stesso curatore sui documenti dell’Archivio di Casa Azul, scoperto nel 2007.
La resilienza di Frida
Il mito di Frida Kahlo si fonda sulla sua straordinaria capacità di resilienza, una dote che l’ha resa un esempio di grande forza femminile. Nella sua breve vita, appena 47 anni, Frida dovette superare enormi sofferenze fisiche e psicologiche. Un’esperienza drammatica che la segnò per sempre fu un grave incidente in cui rimase coinvolta ad appena diciotto anni, quando l’autobus su cui si trovava si scontrò con un tram. I traumi che riportò furono terribili, costringendola immobile a letto con il busto ingessato per anni e compromettendo per sempre la capacità di aver figli. Questa esperienza la portò a cercare nell’arte una via per evadere dal dolore: non potendosi muovere, cominciò a dedicarsi al disegno e alla pittura, in particolare ad autoritratti che realizzava grazie ad uno specchio appeso sul baldacchino del suo letto. Quando le tolsero il gesso fortunatamente riprese a camminare, ma con fatica. Più tardi si legò al grande pittore Diego Rivera, autore di famosi murales, che la introdusse nei circoli artistici messicani e internazionali. Anche questa relazione, però, fu fonte di sofferenza a causa dei continui tradimenti di lui, anche con la sorella di Frida. Nonostante questo, con la sua arte Frida riuscì a trasmettere un’immagine di grande solidità e sicurezza, diventando un modello di indipendenza femminile.
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