Abbiamo osservato con grande interesse, ma anche con una leggera apprensione, lo svolgersi delle celebrazioni della Giornata della Memoria dello scorso sabato 27 gennaio, consapevoli che quest’anno la ricorrenza è capitata nel pieno di un dibattito che rimescola le vittime con i carnefici e confonde gli orrori del passato con quelli attuali. Questo dibattito si concentra nel presente e sul Medio Oriente, rischiando di far dimenticare che il Giorno della Memoria è dedicato alla scia di sangue che è iniziata nel passato in Europa, e non altrove, e della quale noi europei siamo responsabili storicamente.
Per questo, anche quest’anno noi della Sigmund Freud University rivolgiamo la nostra attenzione al Giorno della Memoria. Lo facciamo con qualche giorno di ritardo e, lavorando in un’università dedicata alla Psicologia, dobbiamo chiederci il perché di questo ritardo. La risposta è semplice: perché è una memoria dolorosa. È sempre mal tollerabile ricordarsi ogni anno che cosa hanno fatto l’Italia e l’Austria (le due nazioni a cui appartiene la sede di Milano della Sigmund Freud University) e altre nazioni europee e occidentali al popolo ebraico: una persecuzione prolungata e senza giustificazioni razionali. Per questo essa viene ricordata ogni anno dal 2000 in Italia e dal 2005 in tutto il mondo. Quest’anno abbiamo tardato qualche giorno a segnalare la ricorrenza perché il giogo della colpa non è mai leggero e si può essere tentati di rimandare il momento in cui occorre indossarlo.
Come Università e come facoltà di psicologia, desideriamo trasmettere ai nostri studenti il messaggio di non cedere alla tentazione di spiegazioni semplicistiche e unilaterali. Queste spiegazioni rischiano di trascurare il rispetto per la sofferenza dell’altro, che è fondamentale per qualsiasi forma di comunicazione, comprensione e possibile cambiamento.
Invitiamo i nostri studenti a mantenere una visione flessibile del mondo, capace di adattarsi alle diverse circostanze nel corso del tempo. Solo in questo modo possiamo difenderci dalle tirannie che non possono che portare alla demonizzazione, alla persecuzione e ai pogrom.
Come psicologi, dobbiamo appellarci ad un umanesimo che promuova la conoscenza aperta e il rispetto reciproco tra individui, superando le dicotomie tra bene e male assoluti. Un umanesimo semplice, che accetta il rischio di dire cose che possono sembrare già note, come spesso sono le cose giuste.
La Sigmund Freud University si unisce alle celebrazioni del Giorno della Memoria anche quest’anno, consapevole dei tempi difficili che stiamo attraversando, ma con uno sguardo umanista che guida noi e i nostri studenti.