Intervento su “Developmental Perspectives on Anxiety Disorders in Youth” – Prof.ssa A. M. Albano

Introduzione ai disturbi d’ansia nei giovani

Nella giornata di Inaugurazione dell’Anno Accademico 2024/2025, del 10 ottobre scorso, la Prof.ssa Anne Marie Albano della Columbia University ha tenuto una lectio magistralis, che come si può evincere dal titolo “Developmental Perspectives on the Treatment of Anxiety Disorders in Youth”, si incentrava sui disturbi d’ansia nella popolazione giovanile, in particolare bambini e adolescenti, e sui possibili  diversi trattamenti per intervenire sulla sintomatologia ansiosa.

La prima parte si è focalizzata nel descrivere e fornire una panoramica teorica circa l’emozione dell’ansia, i disturbi ansiosi riconosciuti e citati nei principali manuali diagnostici (es. Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali [DSM]), dati epidemiologici rispetto a tali condizioni di sofferenza e possibili fattori di rischio e fattori protettivi.

Trattamenti basati sulla CBT e nuove tecnologie

Nella seconda parte, invece, si è cercato di rispondere alla domanda “Come possiamo trattare l’ansia nei giovani?” affrontando quanto presente in letteratura circa l’efficacia dei trattamenti odierni, con particolare riferimento alla Terapia Cognitivo-Comportamentale (CBT) e all’applicazione di strumenti e metodi innovativi e tecnologici, come l’utilizzo della realtà virtuale.

L’ansia rappresenta una risposta normale e adattativa a determinate situazioni che affrontiamo durante la vita; tuttavia, quando diviene eccessiva, persistente e interferisce con le normali attività quotidiane, porta all’esordio di un Disturbo d’Ansia. La prevalenza e le tipologie dei Disturbi d’Ansia riscontrabili nella fascia d’età giovanile variano in relazione al periodo di sviluppo. In particolare, nella fascia d’età 0-2 anni si possono manifestare fobie; durante l’età prescolare si osservano frequentemente mutismo selettivo e ansia da separazione; nell’età scolastica si evidenzia l’ansia generalizzata; mentre negli adolescenti e nei giovani adulti si riscontrano ansia sociale e attacchi di panico. Nonostante le diverse fenomenologie di sofferenza che si possono osservare, questi disturbi condividono sintomi, fattori di rischio e fattori protettivi. Tra i sintomi si possono riscontrare non solo cambiamenti di ordine psicologico, come difficoltà di concentrazione o irritabilità o difficoltà del sonno ma anche cambiamenti che coinvolgono il corpo, come disturbi gastroenterici o mal di testa o stanchezza. Per quanto concerne i fattori di rischio e di protezione, è possibile raggrupparli in differenti macro-categorie: contesto familiare, contesto scolastico, contesto comunitario e temperamento.

Per affrontare e trattare questi disturbi ad oggi esistono differenti forme di terapia, in particolare la CBT. Diversi e numerosi sono i programmi basati sulla terapia CBT, i cui obiettivi sono: psicoeducazione sull’ansia e la terapia, gestione della sintomatologia somatica, modifica delle credenze disfunzionali, incoraggiamento a comportamenti proattivi, estinzione delle reazioni ansiose, miglioramento delle abilità e generalizzazione di quanto appreso a contesti differenti.

Tra questi, il programma “Coping Cat” (Kendall, 1994), considerato come il gold standard nella popolazione giovanile (a partire dai 7 anni d’età), prevede: psicoeducazione, gestione della sintomatologia somatica, ristrutturazione cognitiva in base all’età e, infine, esposizione. Altri programmi citati sono stati il Camels (Ginsburg et al., 2018), il Calm Program (Comer et al., 2008) che prevede anche il coinvolgimento dei genitori e un progetto che utilizza la realtà virtuale. Nonostante numerosi siano i programmi ad oggi esistenti basati sulla CBT e nonostante i dati in ricerca suggeriscano evidenze di come questa psicoterapia sia efficace dalla letteratura scientifica emerge anche come numerose siano le ricadute o, in alcuni casi, sia presente una cronicizzazione della sintomatologia ansiosa. Sono necessari, quindi, ulteriori studi per approfondire tale tema e saggiare la possibile efficacia dei trattamenti CBT per i disturbi d’ansia nella popolazione giovanile.


A cura della dott.ssa Alice Savoia, MSc e dottoranda di ricerca presso la Sigmund Freud University.