Cinema e Psicologia: La donna perfetta (2004)

Ne La donna perfetta un perfezionista pensa di meritare attenzione e amore solo se è perfetto e per questo controlla che tutto lo sia; teme che l’errore possa portare a sminuire i risultati fissati ed è molto esigente con se stesso e con gli altri. È critico se gli standard non sono raggiunti e, se vengono raggiunti pensa, spesso, che il compito era troppo facile.

 

La donna perfetta

È un film diretto da Frank Oz, interpretato da Nicole Kidman, Glenn Close, Christopher Walken, Matthew Broderick. USA 2004. Commedia. Il film è tratto dal romanzo La fabbrica delle mogli di Ira Levin.

 

Trama

Joanna, manager televisiva, viene licenziata, si deprime e quando esce dalla clinica in cui si è curata il marito Walter le comunica che si è anch’egli licenziato dalla televisione dove entrambi lavoravano e di voler salvare il loro matrimonio in crisi.

Si trasferiscono a Stepford, una cittadina in cui le mogli sono perfette: belle, casalinghe ineccepibili, fanno “sesso alla grande e con i loro mariti”. I due protagonisti scopriranno che tutte le donne sono state trasformate in robot. L’artefice di tutto è Claire, chirurgo neurologico di fama mondiale che, tornata a casa dopo l’ennesima giornata di lavoro, uccide il marito e la sua amante, e decide di creare Stepford.

 

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Motivi di interesse

“Cara mi lucideresti le scarpe per domani? Certamente! Scusa, hai cucinato quel manicaretto che mi fa impazzire? È quasi pronto. Io esco con gli amici, ci vediamo dopo. Divertiti!”

Un sogno? No, Stepford.

Il film propone un mondo perfetto dove tutti sono come gli altri vogliono. La compiacenza e l’accondiscendenza caratterizzano l’atteggiamento di queste mogli perfette che stupiscono per la loro abnegazione verso i mariti. Joanna chiede se i robot sanno anche dire “ti amo, ma con sentimento”. La donna perfetta è quello che si può considerare un vero e proprio attacco ad un modello culturale che ha nella televisione il mezzo di diffusione più importante. In questo senso è interessante un dialogo tra due protagonisti:

“Tutte le donne di questa città sono perfette e sensuali gatte morte, tutti gli uomini degli sfigati bavosi. 

Non è una cosa un po’ strana? 

Non per me. 

Perché no? 

Lavoro in televisione”.

Il perfezionismo è un costrutto implicato nei disturbi del comportamento alimentare, ma anche nei disturbi d’ansia e nella depressione.

Un perfezionista pensa di meritare attenzione e amore solo se è perfetto e per questo controlla che tutto lo sia, teme che l’errore possa portare a sminuire i risultati fissati ed è molto esigente con se stesso e con gli altri. È critico se gli standard non sono raggiunti e, se vengono raggiunti pensa, spesso, che il compito era troppo facile.

A Stepford tutti hanno ciò che vogliono, l’apparenza copre il non essere, un mondo artificiale e privo di umanità, dove si ricostruiscono donne e uomini per soddisfare il proprio desiderio di avere ciò che si sogna. La perfezione, però, non esiste e la spirale fatta di aspettative frustrate e di persone che non fanno e non dicono mai ciò che vorresti, riappare immancabilmente. Alla resa dei conti, quando nemmeno il telecomando per le mogli funziona più, Joanna svela di non essere mai diventata un robot e che Walter la stava aiutando a porre fine a quell’incubo.

 

Indicazioni per l’utilizzo

La donna perfetta offre importanti spunti di lettura e di discussione su alcuni processi e costrutti implicati in alcuni disturbi d’ansia, nei disturbi del comportamento alimentare e nella depressione: perfezionismo, bisogno di controllo, autostima, atteggiamento compiacente, separazione e individuazione, autonomia e indipendenza.

 

Trailer

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BIBLIOGRAFIA

Coratti, B., Lorenzini, R., Scarinci, A., Segre, A., (2012). Territori dell’incontro. Strumenti psicoterapeutici. Roma: Alpes Italia.

 

Un articolo di Antonio Scarinci, pubblicato originariamente su State Of Mind, il Giornale delle Scienze Psicologiche