Memoria: le fotografie di guerra di James Nachtwey

Ricordare e condividere un trauma può essere un punto di partenza per iniziare a metabolizzarlo e superarlo. Applicato alle sofferenze collettive, in particolare a quelle causate dai conflitti, questo metodo acquisisce un valore civile: attraverso la compartecipazione alle sofferenze di chi è vittima di guerre, carestie, calamità naturali o povertà si lavora alla creazione di una coscienza globale, capace di promuovere la risoluzione di conflitti e di rafforzare la pace. Con questo obiettivo il fotografo di guerra James Nachtwey ha realizzato reportage nelle zone di guerra e di conflitto sociale di tutto il mondo, utilizzando la perfezione estetica per ritrarre la sofferenza umana: una grande mostra a Palazzo Reale riunisce per la prima volta il meglio del suo lavoro.

 

La guerra vista dalle vittime

La mostra “Memoria” ospitata fino al 4 marzo a Palazzo Reale raccoglie duecento fotografie di James Nachtwey: fotoreporter statunitense con oltre trent’anni di esperienza sui luoghi di guerra, considerato l’erede del celebre Robert Capa. Formatosi in storia dell’arte e in scienze politiche, il suo sguardo unisce l’espressività artistica alla sensibilità umana, utilizzando la bellezza come mezzo per comunicare la sofferenza umana. L’esposizione è suddivisa in diciassette sezioni che ripropongono un’ampia selezione dei suoi lavori dedicati a guerre, disastri naturali, crisi umanitarie, povertà. Le immagini sono state scattate in ogni parte del mondo: El Salvador, Gaza, Indonesia, Giappone, Romania, Somalia, Sudan, Rwanda, Iraq, Afghanistan, Nepal e Stati Uniti, concludendosi con il racconto delle migrazioni verso l’Europa. Al centro di ogni scatto vi è il dolore delle vittime civili.

 

Condividere la memoria

Oltre al valore artistico e giornalistico, il lavoro di James Nachtwey ha un obiettivo etico e cioè generare una riflessione sul potere distruttivo della guerra e sull’importanza di promuovere la pace. Con il titolo “Memoria” l’autore vuole sottolineare il ruolo civile della compartecipazione alla sofferenza, che a sua volta può essere realizzata attraverso la condivisione dei ricordi: quelli raccolti dall’autore durante la sua carriera, ma ancor più quelli vissuti dai soggetti delle sue fotografie. L’obiettivo del lavoro di Nachtwey è creare un legame tra le persone rappresentate e il resto dell’umanità, passo fondamentale per far crescere una coscienza civile globale. Formatosi negli Stati Uniti delle proteste contro la Guerra del Vietnam, la sua è una visione profondamente progressista che crede nelle capacità della fotografia di cambiare le cose e di cambiarle in meglio. Oggi questa posizione si trova a confrontarsi con i cambiamenti in atto nell’industria dell’informazione e della comunicazione, con il dilagare di immagini conflittuali su ogni tipo di media e la sempre più pervasiva strumentalizzazione politica della sofferenza e della memoria.

 

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