Un museo virtuale molto reale

Nulla è più reale del virtuale: questo principio base della comunicazione, ben conosciuto dal grande romanziere così come dal pubblicitario, diventa ancora più vero quando si parla di realtà aumentata. Sempre più diffusa, questa forma di integrazione fra mezzi espressivi tradizionali e tecnologie digitali si basa sull’arricchimento di opere d’arte fisiche con animazioni realizzate ad hoc, visualizzabili attraverso un dispositivo digitale. Ciò che si viene a creare è un’opera nuova, percepita dallo spettatore nella sua interezza e senza distinzione tra finzione e realtà o, meglio, tra rappresentazione immateriale e materiale. A fine 2017 a Milano è nato il primo museo dedicato a questo fenomeno artistico nuovo: il MAUA – Museo di Arte Urbana Aumentata, progetto diffuso in tutta la città, ma la cui sede centrale è a BASE Milano, a pochi passi dalla Sigmund Freud University.

 

Il primo museo di Arte Urbana Aumentata

MAUA raccoglie in un’unica esposizione 50 opere di street art realizzate sui muri di Milano e le arricchisce con animazioni che integrano il disegno fisico sul muro, visibili sul proprio smartphone. In pratica basta recarsi sul luogo del murales e inquadrarlo con la videocamera del proprio telefono su cui si è installato la speciale app Bepart: a quel punto il muro si anima di suoni e forme in movimento che vanno a comporre un’opera originale. Il progetto è frutto di un processo partecipativo: i murales di partenza sono stati selezionati dagli abitanti insieme a studenti e professori della scuola CFP Bauer, successivamente 50 giovani animation designer hanno partecipato a un workshop e prodotto 50 contenuti digitali inediti. Oggi il visitatore ha a disposizione cinque percorsi: Giambellino-Lorenteggio, Adriano-Padova-Rizzoli, Corvetto-Chiaravalle-Porto di Mare, Niguarda-Bovisa e Qt8-Gallaratese. MAUA è nato grazie al Bando alle Periferie, programma del Comune di Milano a sostegno di progetti da realizzare nelle aree periferiche. Tutte le informazioni sul sito MAUA.

 

Modificare la percezione di se e del proprio ambiente

Proprio per il fatto di essere realizzata su in spazi pubblici, la street art ha la particolarità unica di riuscire a parlare al pubblico senza mediazioni e a modificare l’ambiente in cui si inserisce. Queste sue caratteristiche le conferiscono un valore politico nel senso più ampio del termine: oltre a poter comunicare messaggi espliciti, un murales può creare paesaggi nuovi, capaci di generare nuove emozioni e pensieri negli abitanti e in tutti coloro che vivono la città. Attraverso la street art, per esempio, un quartiere può riscoprire la propria storia: celebrando eventi o personaggi importanti per quella comunità. Oppure può richiamare l’attenzione del potere mediatico e politico su una zona periferica degradata, innescando processi di cambiamento o facendo sentire quei cittadini meno dimenticati dal centro. O ancora può parlare direttamente agli abitanti, stimolando una presa di coscienza collettiva che porti a una presa in carico diretta del proprio quartiere. Più ancora di altre forme espressive, in altre parole, l’arte urbana è prima di tutto un fatto psicologico.

 

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