Gli “operatori ponte” nella Polizia Locale di Milano

Agenti di polizia, carabinieri, vigili del fuoco: chi opera nelle Forze dell’ordine è sottoposto cronicamente a un alto livello di stress, causato dal dover affrontare ogni giorno situazioni rischiose, conflittuali o dolorose. Nonostante agenti e ufficiali vengano selezionati sulla base della personalità e addestrati in modo mirato e continuativo, a lungo andare possono risentire degli effetti usuranti dell’esposizione a una tensione emotiva cronica. Per tutelare la loro salute e, al tempo stesso, la qualità del servizio ai cittadini vengono messi a punto dei programmi specifici di sostegno psicologico. L’obiettivo è individuare i segnali di disagio alla loro prima comparsa, evitando che degenerino in sofferenze più serie come la sindrome da burnout. La Polizia Locale di Milano ha adottato il sistema degli “operatori ponte”: agenti dotati di una formazione psicologica di base e quindi in grado di prestare un primo supporto ai colleghi in difficoltà, eventualmente indirizzandoli a un servizio di sostegno vero e proprio.

 

Sostenere i propri colleghi

Il progetto “Operatori ponte” è stato attivato dalla Polizia Locale di Milano nella primavera del 2014 e da allora ne fanno parte 34 agenti e ufficiali. Ognuno di loro ha ricevuto una preparazione psicosociale di base che gli permette di riconoscere in se stesso e nei colleghi i primi segnali di un disagio e di orientare chi ne avesse bisogno verso un supporto specialistico. In questo modo si viene a creare una rete interna di primo sostegno in grado di affrontare in modo tempestivo la sofferenza psicologica causata dallo stress, fornendo anche un riscontro approfondito e continuativo per il monitoraggio di questi aspetti da parte dei responsabili del servizio. Il programma è stato adottato dopo il verificarsi di alcuni eventi traumatici di particolare gravità, tra i quali l’uccisione dell’agente Niccolò Savarino nel 2012. Per una visione d’insieme, il programma Operatori Ponte della Polizia locale di Milano è stato messo a confronto con quelli di altri Corpi, per maggiori informazioni si può contattare il Corpo di Polizia Locale e l’Assessorato alla Sicurezza del Comune di Milano.

 

Affrontare lo stress

Affrontare un incendio, inseguire un criminale, intervenire in un incidente stradale, soccorrere feriti: per la natura dei compiti che devono svolgere chi opera nelle Forze dell’ordine si trova necessariamente a intervenire in contesti critici caratterizzati da pericoli e conflitti. Con varie gradazioni, nel loro complesso le situazioni che devono gestire sono associate a forti emozioni negative riassumibili nell’area della rabbia, della paura e dell’ansia. Considerando che per rendere efficaci il loro intervento e ridurre i rischi per la propria e altrui incolumità devono mantenere la massima concentrazione, è per loro indispensabile riuscire a dominare la risposta emotiva. Questa capacità, però, si riduce all’aumentare dello stress e a lungo andare può portare a un esaurimento delle energie positive, che a sua volta può condurre a patologie come la sindrome da burnout, il disturbo post traumatico da stress, crisi d’ansia, depressione o esplosioni di aggressività. Per tutelare prima di tutto la salute di questi lavoratori, ma anche la qualità del servizio che offrono al cittadino, diventa necessario assicurare loro un adeguata assistenza psicologica, in particolare in presenza di eventi di crisi.

 

ARTICOLI SIMILI:
Psicologia e criminalità: Milano e la mala