Un manuale di esercizi per promuovere il benessere nella persona con demenza

Con l’invecchiamento della popolazione aumenta la diffusione di malattie tipiche dell’anziano come demenza e Alzheimer, tanto che sempre più famiglie si trovano a doversi prendere cura di un proprio caro colpito da una di queste sindromi neuro degenerative. Spesso al sopraggiungere della diagnosi si rischia di farsi prendere dallo sconforto, pensando che non ci sia più nulla da fare: in questo modo si può arrivare ad annullare il dialogo, la relazione, la possibilità stessa di “vivere bene” nonostante la malattia. Mentre si attendono i progressi delle cure farmacologiche, attualmente poco efficaci, sempre più ricerche hanno dimostrato l’efficacia dei trattamento psico sociali, in particolare del protocollo di Stimolazione Cognitiva Individualizzata. Un manuale da poco pubblicato propone una sintesi del trattamento e una serie di esercizi da poter fare anche a casa. Alla sua stesura ha partecipato Giovanni Michelini, docente di Statistica e Metodologia della ricerca qualitativa e quantitativa.

 

Stimolazione Cognitiva Individualizzata

Il manuale Promuovere il benessere nella persona con demenza. Una guida pratica per la stimolazione cognitiva ad uso del familiare e del caregiver propone 75 attività pratiche in grado di stimolare le capacità cognitive della persona con demenza, migliorarne il benessere e rafforzare la relazione con il proprio caregiver. Pubblicato nel 2016 da Franco Angeli, si basa sul protocollo di Stimolazione Cognitiva Individualizzata messo a punto da Aimee Spector: uno dei pochi trattamenti non farmacologici della demenza a essere basato su prove scientifiche. Ogni esercizio è sintetizzato in schede e per ognuna vengono forniti materiali e suggerimenti. La Stimolazione Cognitiva Individualizzata in origine era stata pensata per essere messa in pratica in piccoli gruppi guidati da un coordinatore: poiché spesso è difficile portare la persona con Demenza a frequentare regolarmente le sessioni, il manuale permette ai famigliari o al caregiver di svolgere il trattamento direttamente a domicilio senza l’aiuto di un professionista.

 

Mettere la persona al centro

Un aspetto comune a tutte le terapie non farmacologiche della demenza è l’importanza di un approccio olistico che metta la persona al centro dell’attenzione del terapeuta, mantenendo aperti l’ascolto alle sue necessità e la disponibilità alla relazione. Spesso chi è colpito da una sindrome neuro degenerativa dimostra meno risorse cognitive di quelle che in realtà dispone, per cui il primo compito del caregiver o dei famigliari è riuscire a rafforzare le sue capacita e la sua autostima. Occorre prima di tutto evitare forzature e logiche produttivistiche: il vero obiettivo da raggiungere è il benessere, sia della persona assistita sia di chi gli sta accanto. Lo scopo ultimo di un trattamento non farmacologico come la Stimolazione Cognitiva Individualizzata è “stimolare i muscoli del sorriso” e cioè rendere gli esercizi divertenti, migliorando la qualità del tempo che si passa insieme al proprio caro purtroppo colpito da demenza. Certo non è facile, soprattutto nelle fasi avanzate della malattia, ma la ricerca scientifica e l’esperienza pratica degli autori assicurano che si può fare e che i benefici coinvolgono sia il malato che i famigliari o il caregiver che lo accompagnano negli esercizi.

 

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