Psicologia e architettura: la mostra “999” racconta come cambia l’idea di “casa”

Comunque lo si intenda, il concetto di “casa” è vitale per il nostro equilibrio psicologico poiché in esso convergono le nostre emozioni più profonde e spontanee. E questo è vero sia a livello individuale che sociale e, aggiungerebbe uno psicologo, sia in positivo che in negativo. Ma proprio per la sua centralità nella vita degli individui e nell’organizzazione della società, la concezione che abbiamo della casa è radicalmente cambiata in questi anni, investita dal flusso dei grandi mutamenti culturali, sociali ed economici generati dalle nuove tecnologie e dalla globalizzazione. Una mostra alla Triennale di Milano propone uno sguardo plurale ed eclettico sulle tante idee di casa che convivono nel vivere contemporaneo.

 

Incontri, workshop, punti di vista

La mostra “999. Una collezione di domande sull’abitare contemporaneo” alla Triennale è costruita accostando una grande pluralità di punti di vista sull’abitare contemporaneo e, oltre all’esposizione in sé, prevede un fitto calendario di performance, workshop, installazioni e incontri con esperti italiani e internazionali negli ambiti più vari, ma ognuno in grado di restituire un punto di vista inedito e all’avanguardia sul mondo dell’abitare. L’impostazione complessiva vuole essere più pratica e concreta possibile: la visita è concepita come un’esperienza, con la possibilità di toccare e vivere in concreto soluzioni tecnologiche e di design inaspettate. Tanti i temi che vengono affrontati: dalle tecnologie digitali che mettono il nostro spazio domestico in contatto con l’esterno alle esigenze di un malato di Alzheimer, dalla suddivisione in spazi di lavoro e di vita alla rivisitazione delle antiche divinità protettrici della casa. La mostra è co-curata da una cinquantina circa di giovani professionisti coordinati da Stefano Mirti, esperto di architettura, design e comunicazione digitale.

 

ARTICOLI SIMILI:
Un museo virtuale molto reale
Take Me (I’m Yours): una mostra che è anche un esperimento sociale