Psicologia e criminalità: Milano e la mala

Milano ha due anime: accanto alla città ufficiale fatta di razionalità, pragmatismo e progresso, coesiste da sempre una versione criminale, che cura i propri affari con altrettanta efficienza, ma in modo illecito e violento. Viste con gli occhi dello psicologo, le due facce della “Capitale Morale” assomigliano fin troppo facilmente al dualismo coscienza/inconscio. La mostra Milano e la mala, in corso a Palazzo Morando, ripercorre la storia della malavita milanese dal dopoguerra agli anni Ottanta intrecciandola a quella di chi l’ha combattuta, in una lunga carrellata di ritratti, oggetti e storie. Oltre a essere un’occasione per riflettere sui meccanismi della “mente criminale”, l’esposizione è doppiamente interessante per uno studente della Sigmund Freud University: uno dei quartieri milanesi a più alta densità criminale era la zona dei Navigli in cui si trova la SFU.

 

La mala a Milano

Realizzata da Spirale d’Idee nelle sale di Palazzo Morando Costume Moda e Immagine, la mostra Milano e la Mala ricostruisce nascita ed evoluzione della criminalità a Milano nel dopoguerra: dalle prime bande della Ligera, malavita popolare cantata nelle ballate d’osteria, all’esplosione del crimine organizzato negli anni Settanta – Ottanta. Il percorso espositivo è arricchito da 140 fotografie, video, documenti e “strumenti del mestiere” come i dadi usati nelle bische, la celebre custodia di violino con cui il rapinatore Luciano Lutring nascondeva il mitra o le Alfa Giulia Super della Polizia. Una sezione a parte è dedicata anche alla rappresentazione della malavita e del malavitoso nella nascente cultura pop italiana, dai romanzi noir ai film “poliziotteschi” anni Settanta e Ottanta. La mostra è visibile fino all’11 febbraio 2018 e sono in programma anche lezioni e conferenze. Per maggiori informazioni si può visitare il sito ufficiale di Milano e la mala.

 

Psicologia del crimine

Prima di essere un reato, un crimine è prima di tutto un fatto psicologico. Perché un’azione possa essere definita criminale occorre capirne le cause, le finalità, l’intenzione. In altre parole bisogna trovare il movente e per far questo è necessario entrare nella mente di chi l’ha compiuta. La psicologia da sempre si interessa ai processi mentali di chi vive fuori dai limiti, violando consapevolmente le regole sociali per affermare propri interessi egoistici. Altrettanto interessante è il punto di vista di chi, purtroppo, il crimine lo subisce e di chi, con spirito di sacrificio, dedica la propria vita a contrastarlo e prevenirlo. Nell’ambito delle scienze psicologiche, le figure professionale che si occupano di questi temi sono lo psicologo forense e il criminologo, chiamati a prestare la loro consulenza in tribunali, studi legali o centri di ricerca. Il primo passo per intraprendere questa carriera è la Laurea Magistrale in Psicologia.