Psicologia dello sport: i processi cognitivi e le tecniche

La psicologia dello sport è quella branca della psicologia in cui si studiano i processi cognitivi, emotivi e comportamentali connessi alle prestazioni degli atleti, o delle squadre, in un determinato contesto sportivo. Inizialmente, la psicologia dello sport era volta a identificare l’esistenza di relazioni significative fra personalità e sport attraverso l’utilizzo di strumenti diagnostici provenienti dalla psicologia clinica. Solo in seguito, si è perfezionata nell’andare a individuare le capacità o abilità che possono aiutare l’atleta nell’affrontare al meglio la propria performance. Ovvero, lo scopo della psicologia dello sport è implementare una serie di capacità, come l’attenzione, la concentrazione, la motivazione, la gestione dello stress e dell’ansia, per migliorare e implementare le capacità cognitive.

 

Storia della psicologia dello sport

La psicologia dello sport non è una disciplina nata di recente, ma origina ai tempi dei primi giochi olimpici di Atene.
Infatti, in numerosi manoscritti greci emerge l’importanza attribuita allo stato d’animo e alla condizione mentale dell’atleta, ai fini del successo sportivo in una competizione.

Quindi, qualsiasi performance sportiva non può prescindere da una serie processi mentali e cognitivi, oltre che da una buona condizione e preparazione fisica. Non a caso la frase: “mens sana in corpore sano”.

Per questo, la mente umana influisce significativamente su ogni attività e su ogni prestazione sportiva. Nonostante ciò, solo a fine ottocento si inizia a parlare di aspetti psicologici legati all’attività fisica e a eseguire i primi studi sulla performance in situazione di agonismo, in cui si fanno emergere gli stati mentali. Negli anni ottanta, inoltre, furono studiate le tecniche legate al miglioramento della prestazione e, oggi, la psicologia dello sport si occupa degli aspetti clinici, e mentali che possono aiutare al miglioramento globale della persona in ambito sportivo.

 

Lo psicologo dello sport

L’attività di allenamento psicologico, però, è molto più complessa rispetto al tradizionale allenamento sportivo e richiede l’intervento di professionisti qualificati, specializzati in psicologia dello sport.

Lo psicologo dello sport, dunque, mette a disposizione le sue conoscenze, tecniche cognitive e comportamentali, per garantire agli atleti la giusta preparazione, cognitiva ed emotiva, che consenta di affrontare la competizione nel migliore die modi. Lo psicologo dello sport, solitamente, lavora presso Federazioni, Enti, Palestre e Associazioni realizzando interventi individuali o di gruppo.

L’obiettivo dello psicologo dello sport è individuare i fattori psicologici che influenzano la prestazione sportiva e l’attività fisica. Quindi, lo scopo è comprendere il comportamento di chi pratica sport e modificarlo migliorando le abilità mentali e potenziandole. Tutto questo si raggiunge apprendendo l’abilità di rilassarsi, di visualizzare lo scopo da raggiungere, di porsi degli obiettivi, di mantenere alta la motivazione, di gestire l’ansia da prestazione e di miglioramento la comunicazione tra allenatori e squadra.

La psicologia dello sport attribuisce molta importanza allo sport nello sviluppo dei bambini, evidenziando possa rappresentare un’esperienza divertente, di crescita e consapevolezza del proprio corpo, dello stare bene con sé stessi e gli altri membri dello team.

 

Tecniche

In psicologia dello sport, prima di iniziare un programma di allenamento mentale, è necessario acquisire conoscenza circa il funzionamento mentale dell’atleta, le caratteristiche personologiche, la capacità di gestione delle emozioni, la motivazione, etc. tutto questo serve per poter evidenziare la presenza di eventuali risorse possedute dalla persona o eventuali aree di vulnerabilità. Il funzionamento mentale e cognitivo dell’individuo e la rete familiare o amicale che si possiede sono imprescindibile per ottenere dei buoni esiti.

La principale tecnica utilizzata in psicologia dello sport è Il Mental Training Sportivo, ovvero strategie volte ad aiutare gli atleti ad acquisire e a mettere in pratica le abilità psicofisiologiche, utili al miglioramento delle prestazioni. Questa tecnica è rivolta a singoli o a gruppi e a chi, pur non essendo un professionista dello sport, intenda migliorare alcuni aspetti della propria vita o del proprio rendimento sportivo.

Le principali tecniche utilizzate nel Mental Training sono: il rilassamento, il goal setting, le tecniche di imagery, il self-talk, il biofeedback.

 

Il rilassamento e il Biofeedback

Il rilassamento è uno status pscofisiologico caratterizzato da una riduzione del livello di attivazione dell’organismo, simile a uno stato di calma, di pace interiore e di tranquillità. Per ottenere un buon rilassamento si possono utilizzare le seguenti tecniche: il Rilassamento Progressivo di Jacobson o il Training Autogeno di Schultz o il Biofeedback.
Utilizzare una tecnica di rilassamento in questo ambito, significa diventare consapevoli della tensione muscolare che si possiede a riposo oltre a essere utile nella gestione di situazioni ansiogene o stressanti che possono influire negativamente sulla performance.

Nella psicologia dello sport, il biofeedback è una delle tecniche più efficaci per favorire l’autoregolazione psicofisiologica o arousal. Il biofeedback, dunque, consente di percepire e modulare con più facilità il proprio livello di attivazione.

Con questa tecnica lo sportivo impara come poter intervenire sui parametri fisiologici, tensione muscolare, frequenza cardiaca, temperatura corporea ecc., in modo da raggiungere una condizione di maggiore rilassamento, concentrazione e autocontrollo.

Il biofeedback è indicato per tutti coloro che presentano difficoltà con altre tecniche di rilassamento.

 

Il Goal Setting e la concentrazione

Il Goal Setting, o individuazione degli scopi, è cruciale nella preparazione mentale in ambito sportivo. Sapere cosa si vuole ottenere, in quanto tempo realizzarlo e con quale strategia, incrementa la prestazione. Per questo avere ben chiari gli obiettivi facilita anche nella messa in atto della performance. Infatti, focalizzare lo scopo aiuta la concentrazione e diminuisce l’ansia.

Quindi, realizzare adeguatamente il Goal Setting consente di evitare alcuni errori, come porsi degli obiettivi troppo ambiziosi o poco stimolanti.

Avere degli obiettivi realizzabili da raggiungere aiuta, inoltre, a direzionare l’attenzione verso lo scopo, aumentando la motivazione la ricerca di strategie appropriate al compito.

Gli obiettivi da ottenere, solitamente, devono essere volti al miglioramento graduale della prestazione personale e non al risultato, che è una variabile, ovviamente, imprevedibile.

Per un atleta essere concentrati significa mantenere l’attenzione sulle azioni specifiche da eseguire, in modo da produrre una corretta esecuzione del compito. Per mantenere uno stato attentivo funzionale alla performance è necessario concentrarsi soltanto sugli stimoli realmente utili durante la performance. Quindi, una buona capacità di concentrazione influisce positivamente sullo stato emotivo e sulla motivazione.

 

Allenamento ideomotorio e le Tecniche di Immaginazione o Visualizzazione (Imagery)

L’allenamento ideomotorio consiste nell’utilizzo di immagini mentali da ripetere, legate all’esercizio da realizzare, ma senza eseguire realmente il movimento. L’allenamento ideomotorio si pratica in condizione di rilassamento e di concentrazione, cercando di percepire mentalmente e attraverso tutti i canali sensoriali il movimento da attuare. Quindi, immaginare un movimento equivale a farlo perché a livello cerebrale si attivano gli stessi circuiti. Per questo immaginare di compiere un certo gesto, implica che i muscoli coinvolti nel movimento aumentino il loro tono muscolare e questo dimostra come sia presente una pre-attivazione nervosa pensando al movimento. L’aumento del tono muscolare pre- attiva anche la contrazione che garantisce di poter essere pronti all’azione.
L’allenamento ideomotorio è utile anche durante la fase di apprendimento di un gesto tecnico particolarmente complesso. inoltre, nella fase di recupero da un infortunio, l’allenamento a secco rappresenta un utile strumento per aiutare l’atleta a recuperare tono muscolare.

L’allenamento attraverso la riproduzione mentale del movimento (imagery) aiuta nello sport ad avere minore ansia prima e durante la gara, aumento l’attenzione e la concentrazione. Tutto questo si traduce nella messa in atto di una maggiore padronanza del proprio schema corporeo psichico e maggiore fiducia e autostima nelle proprie capacità.
L’utilizzo delle tecniche di imagery può essere fondamentale sia nel periodo di allenamento sia nel momento della gara vera e propria o nel recupero post infortunio.

 

Self Talk

Il Self Talk è una tecnica che si riferisce al dialogo interiore dell’atleta, avente un notevole impatto sul comportamento e sull’atteggiamento. Un allenamento specifico può influire sul dialogo interiore e trasformarlo in uno stimolo positivo attivante, in grado di correggere gli aspetti disfunzionali e garantire una migliore focalizzazione dell’attenzione. Il self talk riprodotto in momenti topici della performance ha lo scopo di ottimizzare le energie e la concentrazione, riuscendo a modificare anche i propri pensieri distraenti e limitanti.

 

Propriocezione

L’allenamento alla propriocezione, ovvero la capacità di percepire e riconoscere la posizione del proprio corpo nello spazio e lo stato di contrazione dei muscoli, permette all’atleta di avere consapevolezza del proprio corpo nello spazio. La propriocezione consente di avere una rappresentazione mentale dei movimenti da attivare durante l’esecuzione di alcuni gesti tecnici. Questa tecnica garantisce una maggiore padronanza di sé, maggiore concentrazione e livelli di performance più alti.

 

Pensiero Positivo

Per un atleta pensare in positivo significa adottare una modalità cognitiva che facilita nel raggiungimento degli obiettivi. Il pensiero positivo si manifesta avendo pensieri non negativi riguardo alla prestazione. Quindi, pensare di poter vincere consente di adottare uno stato mentale ed emotivo tale da facilitare nello svolgimento della gara, avere un incremento nell’autoconsapevolezza e nella percezione di autoefficacia, attitudini indispensabili per ottenere alti livelli di performance.

 

Francesca Fiore

 

Bibliografia

Giovannini D., Savoia L. (2002). Psicologia dello sport. Carocci editore, Roma.

Guicciardi, M. (2003). Psicologia dello sport. Metodi e tecniche di ricerca. Guerini Scientifica, Milano.

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Spinelli D. (2002). Psicologia dello sport