Lo Psicologo dello Sport si occupa dei processi cognitivi, emotivi e comportamentali legati all’attività sportiva in ogni sua forma: dal grande campione alla partita di calcetto con gli amici. Il cuore del suo ambito di lavoro è il rapporto tra mente e corpo e per questo, fra le tante specializzazioni del mondo della psicologia, questa è sicuramente una di quelle con maggiori punti di contatto con la fisiologia e la medicina. Gli psicologi dello sport possono specializzarsi ulteriormente in due grandi macro aree d’intervento e cioè lo sport agonistico e la pratica amatoriale: i primi si focalizzano sulla massimizzazione della prestazione atletica, mentre i secondi approfondiscono maggiormente gli aspetti legati al benessere psicofisico. Il percorso formativo è quello classico per ogni psicologo e cioè il conseguimento di una Laurea Magistrale in psicologia seguita da una formazione post laurea e da esperienze professionali nel settore. Gli ambiti di lavoro tipici sono le realtà legate al mondo dello sport, dal punto di vista sia della pratica, sia della promozione.
Cosa ha studiato lo Psicologo dello Sport?
Come per ogni specializzazione in ambito psicologico, il primo passo per diventare psicologo dello sport è conseguire una Laurea Magistrale in psicologia e superare l’Esame di Stato per potersi iscrivere all’Albo degli psicologi nella Sezione A, che permette di esercitare la professione. Dal punto di vista formativo, oltre alle materie classiche di area psicologica, sono caratterizzanti discipline come la fisiologia, la psicofisiologia e la neuropsicologia, la medicina dello sport, la psicologia dello sviluppo. le scienze dell’educazione e delle organizzazioni. Fondamentale, anche in questo caso, è cominciare appena possibile a toccare con mano il lavoro concreto, scegliendo di svolgere stage e tirocini in realtà che si occupano di psicologia dello sport. Consigliata, come sempre, la frequenza di un corso di alta formazione post laurea.
Di che cosa si occupa lo Psicologo dello Sport?
Se si specializza nel lavoro con gli agonisti, lo psicologo dello sport si pone come obiettivo principale quello di farli vincere. Il suo lavoro consiste soprattutto nell’integrare l’allenamento fisico vero e proprio con un intervento psicologico che aiuti l’atleta a potenziare la prestazione. Può quindi insegnare direttamente tecniche di rilassamento e di visualizzazione dei movimenti di base dello sport, aiutare lo sportivo a superare il dolore e la paura, potenziare il suo senso di competizione e supportarlo nell’elaborazione della sconfitta, ma anche la promuovere la collaborazione di squadra, il senso del limite e il rispetto per il proprio corpo. Se invece decide di occuparsi di chi fa sport per divertimento, si concentrerà su tutti quegli aspetti che possono aumentare i benefici psicofisici e relazionali derivanti dall’attività sportiva a bassa intensità e cioè il superamento dello stress e dell’ansia, il miglioramento dell’umore, l’autostima, la fiducia e il rispetto per gli altri, la socializzazione, l’integrazione di persone con disabilità e lo sviluppo personale. Lo psicologo dello sport può anche occuparsi di aspetti organizzativi e didattici oltre che, naturalmente di ricerca scientifica.
Dove lavora lo Psicologo dello Sport
Lo psicologo dello sport può lavorare per società, organizzazione sportive o singoli atleti di alto livello, soprattutto se si occupa di sport agonistico, così come può trovarsi a operare in realtà di base con un compito socioeducativo oltre che sportivo, come ad esempio le scuole e i servizi socio educativi degli enti pubblici. Altri ambiti lavorativi tipici possono essere le società di consulenza private e i centri di ricerca, sia all’interno delle Università che di centri studi privati.