Fra tutte le professioni dell’area psicologica, lo Psicologo di Comunità è la figura maggiormente proiettata verso l’esterno: il suo principale ambito di studio e d’intervento è il rapporto tra l’individuo e la collettività, intesa come quell’insieme di relazioni, situazioni e organizzazioni sociali con cui la persona entra in contatto al lavoro, a scuola e in generale nella sua esistenza pubblica.
Secondo la psicologia di comunità il nostro benessere interiore è fortemente condizionato dalla qualità dei rapporti sociali che instauriamo. In altre parole: quanto più la comunità che circonda un individuo è organizzata secondo dinamiche positive e accoglienti, tanto più la vita interiore di quella persona sarà solida e “sana”. Questa visione sociologica della psicologia fa sì che lo Psicologo di comunità ragioni e operi secondo una logica progressista, che vede la realizzazione di una comunità giusta e costruttiva come uno strumento per promuovere il benessere psicologico. Dal punto di vista della formazione, allo Psicologo di comunità sono richieste competenze in sociologia, antropologia e scienze dell’organizzazione. Gli ambiti professionali più tipici sono i contesti educativi, istituzionali e organizzativi.
Cosa ha studiato lo Psicologo di comunità?
Anche per lo Psicologo di Comunità, il primo passo è il conseguimento della Laurea Magistrale in Psicologia, il superamento dell’Esame di Stato e l’iscrizione alla sezione A dell’Albo degli psicologi, che permette di svolgere la libera professione. La formazione comprende le materie classiche dell’area psicologica come la psicologia clinica e dinamica e la psicologia dell’età dello sviluppo, ma si allarga alla sociologia, alla psicologia sociale, all’antropologia e alle scienze dell’organizzazione. Un aspetto particolare riguarda l’apprendimento di metodi e tecniche di studio della comunità, delle sue relazioni e della sua organizzazione interna. Anche in questo caso, lo studente è invitato a caratterizzare il piano di studi universitari in quest’ambito disciplinare e a svolgere esperienze di stage e tirocinio in contesti che si occupano di psicologia di comunità, come ad esempio realtà che si occupando di recupero e assistenza a fasce fragili di popolazione, ma anche istituzioni, organizzazioni e aziende strutturate.
Dove opera lo Psicologo di comunità?
Occupandosi di relazioni, gruppi e organizzazioni sociali, i principali ambiti di lavoro dello Psicologo di comunità possono essere tutti quei contesti in cui le persone si trovano a vivere o a lavorare insieme. E cioè, ad esempio: le scuole, le comunità di accoglienza per soggetti fragili, le realtà rieducative e carcerarie, le istituzioni e gli enti locali, ma anche le aziende più strutturate. Meno comune è il contesto dello studio privato in cui ricevere pazienti anche se, naturalmente, è possibile l’esercizio della libera professione. Come per tutte le specializzazioni psicologiche, un altro sbocco può essere la ricerca e in questo caso, tipicamente, si tratterà di studi con un alto contenuto pratico e applicato.
Di che cosa si occupa lo Psicologo di comunità?
Lo Psicologo di Comunità si prende cura di un contesto sociale e delle persone che ne fanno parte, promuovendone lo sviluppo di relazioni armoniche e le risorse interne. Questa doppia attenzione, verso il collettivo e l’individuale, fa sì che il suo intervento possa essere indirizzato sia alla comunità in sé sia alla singola persona che ne fa parte.
Un primo livello di azione è quello dell’ascolto e del counseling, finalizzato ad esempio alla gestione di situazioni interne stressanti. Accanto agli strumenti tipici della psicologia come questionari, test e colloqui, lo Psicologo di comunità dispone di metodi e tecniche per ottenere un “profilo di comunità” su cui poi intervenire per promuovere dinamiche positive. Un altro strumento particolare a cui può ricorrere è la “ricerca azione”, che prevede il coinvolgimento dei soggetti che fanno parte di una comunità nella raccolta di opinioni e suggerimenti per migliorarne la coesione e il funzionamento. Un ruolo importante può essere la consulenza ad amministratori e policy makers nella progettazione di interventi pubblici.
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