Lo Psicologo del Lavoro, dell’Organizzazione e delle Risorse Umane si occupa degli aspetti umani dell’esperienza lavorativa per migliorare la qualità della vita dei lavoratori e aumentare la produttività delle aziende o delle organizzazioni.
Il lavoro è un elemento centrale nella vita di una persona, un’esperienza fondamentale per la propria realizzazione in cui, oltre ai fattori economici, entrano in gioco aspetti psicologici, sociali e relazionali. Inevitabilmente, il lavoro è anche fonte di stress, tensioni e sofferenze che, se trascurati, possono degenerare in disturbi o conflitti e danneggiare sia i lavoratori che le imprese. Lo psicologo del lavoro, dell’organizzazione e delle risorse umane utilizza il sapere teorico e le applicazioni delle scienze psicologiche per intervenire nei contesti lavorativi e migliorarli, aiutando le persone a trarre soddisfazione dalla propria esperienza lavorativa e le aziende a creare un ambiente produttivo sano. Più precisamente, la figura di Psicologo del lavoro, dell’organizzazione interviene su tre piani: i compiti lavorativi, l’organizzazione del lavoro e i lavoratori.
Cosa ha studiato lo Psicologo del Lavoro, dell’Organizzazione e delle Risorse Umane?
Come per tutte le carriere nell’ambito della psicologia, il primo passo per diventare Psicologo del Lavoro, dell’Organizzazione e delle Risorse Umane è conseguire una Laurea Magistrale in psicologia, superare l’Esame di Stato ed iscriversi all’Albo degli Psicologi nella Sezione A, che permette di esercitare la professione. Poiché dovrà intervenire direttamente nei contesti produttivi e organizzativi più vari, lo Psicologo del Lavoro, dell’Organizzazione e delle Risorse Umane dovrà avere una formazione multidisciplinare: oltre alla preparazione in discipline classiche come Psicologia cognitiva, Psicologia sociale e dei gruppi, Psicometria, Ergometria cognitiva, Psicologia della formazione, Psicologia dell’orientamento, Psicologia dinamica, dovrà acquisire una buona conoscenza in ambiti come le Scienze dell’organizzazione, le Scienze economiche e del management, la Medicina del lavoro e il Diritto del lavoro.
Come sempre, allo studente che vuole diventare Psicologo del lavoro, dell’organizzazione e delle risorse umane consigliamo di caratterizzare il più possibile il proprio piano di studio in questi ambiti e di scegliere di svolgere stage e tirocinio in realtà attive in questo settore. Particolarmente indicata, in questo caso, è la frequenza di uno dei tanti Master o Corsi di formazione di alto livello in questo campo.
Dove opera lo Psicologo del Lavoro, dell’Organizzazione e delle Risorse Umane?
Lo Psicologo del Lavoro, dell’Organizzazione e delle Risorse Umane normalmente è inserito in realtà di grandi dimensioni e cioè grandi aziende pubbliche e private, organizzazioni ed enti pubblici. Nel settore privato può essere inserito negli Uffici Risorse Umane di aziende strutturate o anche in società di consulenza specializzate, così come può operare nel settore cooperativo e no profit. Nel pubblico può trovare collocazione in ospedali, aziende sanitarie locali, istituzioni scolastiche, servizi di formazione e centri per l’impiego o anche direttamente all’interno di amministrazioni. Come tutti gli psicologi, inoltre, può lavorare come libero professionista. La ricerca può essere un ulteriore sbocco lavorativo anche se, in questo caso, gli studi che vengono condotti sono tipicamente di natura applicata.
Di che cosa si occupa lo Psicologo del Lavoro, dell’Organizzazione e delle Risorse Umane?
Come è sintetizzato nella sua definizione, lo Psicologo del Lavoro, dell’Organizzazione e delle Risorse Umane opera su tre livelli leggermente diversi fra loro e cioè i compiti lavorativi, l’organizzazione complessiva e i lavoratori intesi come persone e cioè, appunto, “risorse umane”.
Più precisamente, lo Psicologo del Lavoro, dell’Organizzazione e delle Risorse Umane interviene su sei aspetti della vita lavorativa: la selezione, valutazione e orientamento delle persone; la formazione e valorizzazione del personale; il supporto alle funzioni di marketing; la tutela della salute e del benessere sul posto di lavoro; l’organizzazione e lo spirito di squadra; la leadership e la gestione aziendale. Più nel dettaglio, fra i suoi compiti vi è la diagnosi delle caratteristiche individuali dei lavoratori, la selezione del personale, la valutazione complessiva dell’ambiente di lavoro, l’analisi dei singoli compiti, la messa a punto di programmi di formazione, la mediazione di conflitti, il counselling individuale, ma anche la realizzazione di analisi di mercato e la comunicazione interna e verso l’esterno.