Che alti livelli di stress possano ridurre il benessere psicologico sembra un dato intuitivo, eppure a volte non è così scontato: la capacità di adattamento e la resilienza degli esseri umani spesso riesce a far sì che anche in situazioni molto stressanti le persone riescano a mantenere una buona Qualità della Vita. Un esempio sono le famiglie con figli con Disturbo del Neurosviluppo: anche se sottoposte a un forte impegno psicofisico e a molte preoccupazioni, dovute all’intensità e alla lunga durata delle attività di cura verso il minore, in molti casi riescono a vivere bene la propria condizione grazie all’attivazione di risorse interne e al supporto dei propri valori. Una ricerca ha indagato questi aspetti su un campione di un centinaio di famiglie italiane, ad essa ha contribuito Giovanni Michelini, docente di Statistica e Metodologia della ricerca qualitativa e quantitativa.
Valutazione della correlazione tra più fattori
Come anticipato dal titolo, l’obiettivo dello studio La qualità della vita nonostante lo stress: un’indagine nelle famiglie con figli con Disturbo del neurosviluppo era valutare quanto lo stress possa ridurre la Qualità di Vita nelle famiglie con minore a cui sia stato diagnosticato un Disturbo del Neurosviluppo (DNS). La ricerca ha coinvolto 109 famiglie con almeno un minore con DNS fra quelle assistite dall’Ambulatorio Riabilitativo e Ciclo Diurno Continuo per minori della Fondazione Istituto di Sospiro Onlus, in provincia di Cremona. Il metodo seguito è stato di tipo correlazionale: stress e qualità di vita sono stati misurati attraverso due metodologie qualitative che prevedono più parametri e, successivamente, sono state studiate le correlazioni tra i valori dei parametri riscontrati nelle due misurazioni. I metodi di misurazione sono stati, rispettivamente: il Parenting Stress Index – Short Form e lo Strumento di Indagine della Qualità di Vita della Famiglia.
L’importanza della resilienza
La ricerca ha confermato che le famiglie in cui c’è un figlio con Disturbo del Neurosviluppo sono sottoposte a un livello di stress anche clinico, in particolare durante le fasi di transizione: la diagnosi, l’inizio della scuola e i passaggi tra i cicli d’insegnamento, il passaggio all’adolescenza e all’età adulta e le tematiche del “dopo di noi”. Una ulteriore conferma è il fatto che le famiglie molto stressate risentono di una riduzione del proprio benessere psicofisico. La ricerca ha anche dimostrato, però, che il pesante carico di impegni e preoccupazioni non impedisce di mantenere un percezione della propria Qualità di Vita complessivamente positiva. Quest’ultimo aspetto è interessante dal punto di vista scientifico perché fa pensare che lo star bene psicologicamente dipenda molto da fattori come la propria flessibilità e i valori a cui si fa riferimento. Ma lo è forse ancora di più a livello pratico, poiché in un contesto in cui si punta sempre di più alla deistituzionalizzazione dei minori con Disturbo del Neurosviluppo e in cui la famiglia, di conseguenza, assume un ruolo sempre più centrale, diventa molto importante riuscire a individuare e rafforzare i fattori di protezione che essa stessa può mettere in campo.
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