La manipolazione del rimuginio desiderante nel disordine da abuso di alcool

Il rimuginio desiderante è un processo cognitivo volontario che coinvolge l’immaginazione e l’elaborazione verbale su qualcosa da cui il soggetto è dipendente. Uno studio ha indagato il suo ruolo nel generare il craving nelle persone dipendenti dall’alcool.

 

Rimuginio desiderante e craving

Il rimuginio desiderante o desire thinking è una forma particolare di desiderio composta da due aspetti: l’anticipazione immaginata di un’esperienza che si desidera fortemente e una sorta di dialogo interiore sui benefici che si avranno abbandonandosi a quell’esperienza, per esempio il bere alcool. In termini psicologici, le due componenti sono definite imaginal prefiguration e verbal perseveration e, in un certo senso, costituiscono due fasi successive verso la decisione di passare dal pensiero all’azione e ciò è di abbandonarsi al desiderio.

Il rimuginio desiderante è un processo mentale tipico delle dipendenze: sia quelle da sostanze, sia quelle da comportamenti come il gioco o l’abuso di internet. La ricerca scientifica  ha più volte dimostrato che il desire thinking è strettamente connesso al craving e cioè a quella forma di desiderio talmente intenso da produrre sofferenza psicologica che, purtroppo, fa parte dell’esperienza delle persone con dipendenza. Dal punto di vista del suo funzionamento, l’attivazione risponde alla necessità di ridurre sul breve periodo il disagio derivante dalla mancanza dell’oggetto desiderato, ma, sul lungo periodo, finisce per esacerbare il desiderio e quindi la sofferenza. Uno studio ha voluto dimostrare il nesso causale tra rimuginio desiderante e craving attraverso l’induzione e la manipolazione di pensieri desideranti in soggetti dipendenti dall’alcool.

 

Manipolare il rimuginio desiderante

Lo studio The experimental manipulation of desire thinking in alcohol use disorder è stato realizzato nel 2016 da Gabriele Caselli, Antonella, Gemelli e Marcantonio Spada. La ricerca ha coinvolto 10 persone già in cura per alcolismo, con l’obiettivo di arrivare a una misurazione dell’impatto del rimuginio desiderante sul craving. Il metodo ha previsto la somministrazione controllata di tre tipi di stimoli: la sola esposizione allo stimolo di bere, la distrazione da esso e l’induzione di rimuginio desiderante.

In un primo passaggio, ai partecipanti è stato chiesto di fare una lista dei pensieri che secondo loro erano connessi ad un più “alto rischio” di cedere alla tentazione di bere e poi di leggerli ad alta voce per 30 secondi mentre venivano registrati. In una seconda fase i soggetti venivano semplicemente esposti alla registrazione della loro voce, mentre nella terza fase si chiedeva loro di ascoltare la registrazione, ma alternando in modo scientifico esercizi di distrazione ad esercizi di concentrazione sulla loro stessa registrazione. Il livello di craving è stato misurato a più intervalli temporali al termine di ogni passaggio attraverso questionari di autovalutazione a scala visiva, accompagnati da una valutazione dell’efficacia della manipolazione stessa. I risultati hanno confermato come l’induzione di rimuginio desiderante generi necessariamente alti livelli di craving.

 

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