Take Me (I’m Yours): una mostra che è anche un esperimento sociale

Lo schema classico di espressione artistica si basa su un flusso comunicativo ben definito: l’artista produce l’opera e lo spettatore la osserva. In certi casi può ascoltarla, ma di certo non può toccarla, annusarla, gustarla e tantomeno può modificarla o staccarne un pezzo e portarselo a casa. Il modo tradizionale di fare arte rispecchiava organizzazioni sociali basate su ruoli e gerarchie immutabili, ma si rivela superato nel mondo fluido della società attuale. Da tempo gli artisti cercano forme di espressione e di interazione col pubblico più orizzontali, a rete e a doppio senso. In una parola: più democratiche. Uno degli esempi di questa evoluzione è la mostra Take Me (I’m yours) ospitata all’Hangar Bicocca fino al 18 gennaio. Oltre agli aspetti artistici, l’esposizione è interessante anche per le dinamiche psicologiche che fa intervenire, legate al concetto di rottura di un ordine costituito, di interazione sociale orizzontale e di modifica dello spazio fisico.

 

Rompere gli schemi

Take Me (I’m yours) fu realizzata per la prima volta nel 1995 alla Serpentine Gallery di Londra, concepita dal curatore Hans Ulrich Obrist e dall’artista Christian Boltanski. All’epoca il cuore espositivo consisteva in un mucchio di indumenti usati che lo spettatore poteva prendere e portare via in una apposita busta su cui era scritto “Dispersion”: l’obiettivo era modificare il modo in cui si vive l’esperienza artistica, rivoluzionando il rapporto gerarchico tra autore e pubblico e introducendo la possibilità di un contatto diretto e attivo. Oggi l’installazione è riprodotta nei grandi spazi dell’Hangar Bicocca, arricchita e integrata da altre 50 opere di contorno. La particolarità rimane la possibilità per lo spettatore di interagire fisicamente con l’opera, toccandola e modificandola liberamente. Anche in questa edizione, si possono prendere copie e pezzi e portarli a casa, così come si possono aggiungere propri cimeli personali. Maggiori informazioni sono disponibili sul sito di Hangar Bicocca.

 

Individuo e interazione sociale

Oltre che delle dinamiche interne all’individuo, le scienze sociali si occupano delle interazioni tra più soggetti. La disciplina maggiormente dedicata a questo campo è la psicologia sociale, che studia l’influenza dei meccanismi collettivi sui comportamenti, gli atteggiamenti, le percezioni e le autopercezioni dei singoli. Parallelamente allo sviluppo delle teorie cognitiviste si è affermato il filone più specifico della psicologia sociale cognitiva. In generale, ogni riflessione sulla mente umana non può prescindere da uno sguardo sul contesto relazionale che la circonda, il quale ne costituisce sia la cornice in cui vive e si sviluppa, sia il modello che la plasma fin dalla sua formazione. Se è scontato affermare che l’ambiente sociale agisce sulla formazione dei pensieri complessi di un individuo, più complesso e ambizioso è dimostrarne il ruolo su aspetti come la la personalità e le percezioni prodotte dall’utilizzo dei cinque sensi.