In The hours il mal di vivere logora i personaggi e l’impossibilità di elaborare una visione negativa di sé e del mondo sembra travolgere i loro vissuti emotivi.
The hours
Diretto da Stephen Daldry, con Meryl Streep, Nicole Kidman, Julianne Moore, Miranda Richardson, Ed Harris. Drammatico. USA 2002. Basato sul romanzo di Michael Cunningham.
Trama
Tre donne che vivono in periodi diversi sono unite da un romanzo.
Virginia Woolf nonostante stia lottando contro una forte depressione comincia a scrivere La signora Dalloway.
Laura Brown vive a Los Angeles negli anni cinquanta, sta leggendo “La signora Dalloway” e la lettura la spinge a mettere in discussione le sue scelte di giovane moglie e madre.
Clarissa Vaughan, che abita nella New York attuale, sente di somigliare a una moderna signora Dalloway mentre organizza l’ultima festa in onore del suo amico ed ex amante Richard, che si sta spegnendo a causa dell’AIDS. Le storie di queste tre donne, vissute in periodi diversi, si intrecciano fra loro.
Motivi d’interesse
I temi depressivi che propone The hours portano Virginia Woolf al suicidio: annegherà riempiendosi le tasche di sassi. Laura abbandonerà il marito e il figlio alla ricerca di se stessa, oppressa da una vita in cui ha perduto la capacità di scegliere. Clarissa, editor newyorkese si prende cura di Richard, poeta morente (si scoprirà poi essere il figlio abbandonato di Laura), confrontandosi con vissuti di perdita e abbandono.
Il mal di vivere logora i tre personaggi e l’impossibilità di elaborare una visione negativa di sé, del futuro e del mondo sembra travolgere i loro vissuti emotivi. Alcune frasi di Nicole Kidman scritte al marito rendono bene questi stati mentali:
“Carissimo. Sono certa che sto impazzendo di nuovo. Sono certa che non possiamo affrontare un altro di quei terribili momenti. Comincio a sentire voci e non riesco a concentrarmi. Quindi, faccio quella che mi sembra la cosa migliore da fare. Tu mi hai dato la più grande felicità possibile. Sei stato in ogni senso tutto quello che un uomo poteva essere. So che ti sto rovinando la vita. So che senza di me potresti lavorare e lo farai, lo so… Vedi non riesco neanche a scrivere degnamente queste righe… Voglio dirti che devo a te tutta la felicità della mia vita. Sei stato infinitamente paziente con me. E incredibilmente buono. Tutto mi ha abbandonata tranne la certezza della tua bontà. Non posso continuare a rovinare la tua vita. Non credo che due persone avrebbero potuto essere più felici di quanto lo siamo stati noi.”
Il fallimento dei progetti esistenziali viene riaffermato con consapevolezza da Richard:
“Davvero il mio lavoro continuerà a vivere? Non ci riesco. Perché io volevo fare lo scrittore, io volevo scrivere di tutto, di tutto ciò che può accadere in un momento, di come erano i fiori mentre li portavi tra le braccia, di questo asciugamano, del suo odore, della sensazione che dà la sua trama, di tutte le nostre sensazioni, le tue e le mie, della nostra storia, di chi eravamo una volta, di tutte le cose del mondo, tutto mescolato insieme, come tutto è mescolato adesso… E invece ho fallito. Ho fallito. Il punto di partenza può essere anche alto ma finisce col ridursi”.
Emerge un nichilismo patologico associato allo scacco esistenziale che porta o sollecita il suicidio come gesto estremo e libero di rinuncia, di desistenza. L’abbandono di sé e l’autodistruzione seguono necessariamente uno stato di prostrazione, di dolore e sofferenza incolmabili e incontenibili.”
Emerge un nichilismo patologico associato allo scacco esistenziale che porta o sollecita il suicidio come gesto estremo e libero di rinuncia, di desistenza. L’abbandono di sé e l’autodistruzione seguono necessariamente uno stato di prostrazione, di dolore e sofferenza incolmabili e incontenibili.
Indicazioni per l’utilizzo
È consigliato un uso didattico del film. Da non prescrivere a pazienti depressi.
Trailer
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BIBLIOGRAFIA
Coratti, B., Lorenzini, R., Scarinci, A., Segre, A., (2012). Territori dell’incontro. Strumenti psicoterapeutici, Alpes Italia, Roma.
Un articolo di Antonio Scarinci, pubblicato originariamente su State Of Mind, il Giornale delle Scienze Psicologiche