15 marzo. Giornata nazionale del Fiocchetto Lilla

Dal 2012, ogni 15 marzo si celebra la Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla, un’occasione dedicata alla sensibilizzazione sui disturbi della nutrizione e dell’alimentazione, con l’obiettivo di aumentare la consapevolezza, promuovere la prevenzione e sostenere chi ne soffre.

La prevalenza e l’incidenza dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione risulta essere in continua crescita e rappresenta, oltre che una tra le principali difficoltà riscontrabili nel periodo giovanile, anche una condizione a cui si associa un elevato rischio di mortalità. Una meta-analisi recente, prendendo in considerazione studi epidemiologici pubblicati fino al 2021, riporta che la prevalenza lifetime sia intorno al   0,16% (IC 95% 0,06-0,31) per l’Anoressia Nervosa, 0,63% (IC 95% 0,33 – 1,02) per la Bulimia nervosa e 1,53 (IC 95% 1,00 – 2,17) per il Disturbo da Alimentazione Incontrollata (Qian et al., 2022). Inoltre, evidenzia in linea con altri studi, che la prevalenza lifetime sia maggiore nelle donne e nei paesi occidentali (Qian et al., 2022; Smink et al., 2012).

Quali sono i principali disturbi della nutrizione e dell’alimentazione?

Nel corso dell’evoluzione del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM) i disturbi del comportamento alimentare (DCA) hanno subito modifiche adattandosi all’evoluzione culturale e sociale. I DCA si definiscono come psicopatologie caratterizzate da un rapporto disfunzionale con il cibo, il peso e la propria immagine corporea. Ad oggi, il DSM-5-TR (American Psychiatric Association [APA], 2023) riconosce diverse forme di disturbi alimentari, ognuna con specifici criteri diagnostici. Tra le principali rientrano:

  • Anoressia Nervosa (AN): è caratterizzata da una severa perdita di peso dovuta alla restrizione dell’apporto calorico necessario, da una preoccupazione per il proprio peso e per le forme corporee e da un’estrema paura di ingrassare. Si suddivide in due sottotipi l’AN con restrizione e l’AN con abbuffate e condotte di eliminazione. Le persone presentano una condizione di sottopeso.
  • Bulimia Nervosa (BN): si manifesta attraverso la presenza di periodi di restrizione alimentare il cui risultato è disatteso da episodi di abbuffate a cui, generalmente, seguono condotte di compenso. Le persone, generalmente, presentano una condizione di normopeso o si presentano come leggermente in sovrappeso.
  • Disturbo da Alimentazione Incontrollata (BED): è caratterizzato da ricorrenti episodi di abbuffate, generalmente a seguito di un’attivazione emotiva, alle quali non seguono condotte di eliminazione o di controllo del peso. Le persone che soffrono di questa condizione sono in uno stato di grave sovrappeso o obesità.
  • Pica: comporta l’ingestione di sostanze non commestibili e non nutritive, inappropriate rispetto al livello di sviluppo dell’individuo, per almeno un mese.
  • Disturbo da Ruminazione: consiste nel ripetuto rigurgito del cibo per almeno un mese. Il cibo, dopo esser stato rigurgitato, può esser rimasticato, ringoiato oppure sputato.
  • Disturbo della Nutrizione Evitante-Restrittivo (ARFID): si manifesta con un’ apparente mancanza di interesse nei confronti del cibo, un evitamento alimentare dovuto a caratteristiche sensoriali del cibo stesso oppure per paura che il cibo possa produrre determinati effetti. L’esito è una significativa perdita di peso.

Oltre a quelli elencati in precedenza, all’interno della categoria diagnostica dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione la comunità scientifica riconosce il disturbo della nutrizione e dell’alimentazione con altra specificazione quando i sintomi caratteristici di un disturbo alimentare non soddisfano pienamente i criteri diagnostici ma impattano significativamente sul benessere psico-fisico e quello senza specificazione quando vi è una significativa compromissione del comportamento alimentare, ma non sono soddisfatti i criteri di alcun disturbo specifico.

L’abbuffata, un breve approfondimento

L’abbuffata compulsiva o patologica, tipica di alcuni dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione, si configura come un episodio di alimentazione incontrollata, eccessiva che crea disagio significativo.

Caratteristiche

Il DSM la definisce come “il mangiare, in un determinato periodo di tempo, una quantità di cibo significativamente maggiore di quella che la maggior parte degli individui mangerebbe nello stesso tempo e in circostanze simili” (APA, 2013; pag. 398). Un’altra caratteristica essenziale è che ogni episodio di abbuffata, per esser definito tale, deve essere accompagnato dalla sensazione di perdita del controllo durante l’episodio stesso. Infine, generalmente le abbuffate avvengono in segretezza a causa dell’imbarazzo provato per le quantità di cibo ingerito.

Fattori che portano all’abbuffata

La letteratura ha evidenziato diversi fattori che possono favorire ed innescare un episodio di abbuffata. Tra questi emergono, come principali, i seguenti:

  • restrizione di tipo calorico,
  • restrizione di tipo cognitivo,
  • emozioni considerate come spiacevoli,
  • l’essere soli,
  • il sentirsi annoiati,
  • periodo premestruale.

Conseguenze

Le conseguenze derivanti dagli episodi di abbuffate non riguardano solo aspetti di ordine psicologico, ma nel lungo termine possono portare a problematiche di tipo sociale e fisico. Generalmente, a seguito di un episodio la persona sperimenta dolore e sofferenza in quanto prova emozioni di disgusto, senso di colpa, vergogna e repulsione verso sé stessi. Per quanto concerne, invece, l’ambito sociale si possono manifestare isolamento e, anche conseguente, difficoltà in ambito relazionale. Infine, i costi sul benessere fisico sono molteplici, come ad esempio complicanze renali, complicanze gastroenteriche, complicanze dermatologiche o alterazioni metaboliche ed elettrolitiche.

I disturbi della nutrizione e dell’alimentazione rappresentano una sfida complessa che richiede un impegno non solo da parte della comunità scientifica e dei professionisti della salute ma dell’intera società.
La Giornata del Fiocchetto Lilla ci ricorda che la consapevolezza non deve restare confinata agli esperti, ma deve diventare un valore condiviso, capace di abbattere stigma, pregiudizi e promuovere la prevenzione.


A cura della dott.ssa Alice Savoia, MSc e dottoranda di ricerca presso la Sigmund Freud University.