La Sigmund Freud University di Milano è lieta di condividere i personali auguri del nostro Prof. Giovanni M. Ruggiero a Gerhard Benetka, Preside della Facoltà di Psicologia.
Lo staff della SFU Milano è felice di celebrare il compleanno di Gerhard Benetka con parole che esprimano sia la sua umanità che i suoi meriti scientifici. Negli anni in cui io (Giovanni M. Ruggiero) l’ho incontrato per momenti fin troppo brevi, Gerhard ha sempre mostrato una mitezza che suggeriva una pazienza rassicurante. Questa qualità gli ha permesso di attendere (pazientemente) per anni che io mantenessi la promessa di tradurre in italiano il suo splendido volume Die Psychoanalyse der Schüler um Freud pubblicato nel 2017, un anno non ancora lontano nel tempo ma che minaccia di allontanarsi troppo. Gerhard avrà considerato la mia una promessa leggera, visto che non mi ha mai chiesto a che punto ero. Oggi, però, con il suo compleanno che si avvicina il 10 luglio, posso dirgli che ho finito la prima bozza e sono in fase di revisione. Sarebbe bello se potessi finire entro il 10 luglio, ma mi accontento di far sapere a Gerhard che sono sicuro che gli offrirò il suo libro tradotto come regalo di Natale 2022.
Questo resoconto della mia pigrizia mi permette di passare alla parte più seria di questi pensieri. Die Psychoanalyse der Schüler um Freud è dedicato a figure spesso trascurate della psicoanalisi: primo fra tutti, Wilhelm Stekel, veramente dimenticato non solo come studioso ma anche come eretico. Gerhard ci fa riscoprire quest’uomo, non solo per i suoi audaci contributi sui simboli, ma anche perché, nonostante i frequenti litigi con Freud, ha continuato a proclamarsi “der einzige wirkliche Freudianer” (“l’unico vero freudiano”). E così le altre figure discusse nel libro: Adler, il primo ribelle, definito da Freud ‘ein ekelhafter Mensch’ (‘un uomo disgustoso’); Jung, l’erede designato, poi esiliato ma sempre nostalgicamente amato – se è vero che, senza di lui, ‘la storia … non può … essere raccontata’ (‘die Geschichte … kann … nicht angemessen”); Otto Rank, spietatamente respinto “tra i nemici” (“Unter Feinden”); e, infine, Ferenczi, il vero erede – poiché, oggi, la moderna psicoanalisi relazionale è ferencziana. Freud stesso lo percepiva come il suo “paladino e Gran Visir segreto” (“meinem Paladin und geheimem Großwesir”). La passione di Gerhard per questi eretici ci suggerisce che dietro la sua pazienza si nasconde una mente indipendente. Ringrazio Gerhard per tutto quello che ho imparato traducendo (lentamente) il suo libro e allo stesso modo ringrazio tutti i membri della SFU-Milano che hanno collaborato con lui testimoniando la sua gentilezza e che attendono (pazientemente) anche la mia tardiva traduzione.
Buon compleanno, Gerhard.
A cura di Giovanni M.Ruggiero
Università Sigmund Freud di Milano (SFU Milano)