Il circolo vizioso del rimuginio: «E se accadesse qualcosa di brutto…?»

Il circolo vizioso del rimuginio: «E se accadesse qualcosa di brutto…?»

Il rimuginio è un processo cognitivo ripetitivo, perseverante e che pare incontrollabile, focalizzato su pensieri negativi orientati al futuro (Caselli et al., 2017). Consiste nel pre-occuparsi di qualcosa che riguarda il futuro e di cui nel presente non abbiamo il pieno controllo perché non ancora accaduto. È una strategia di coping utilizzata per anticipare o risolvere i problemi futuri o per provare a far fronte alle minacce previste (Wells, 1995). Una strategia volta ad evitare l’incertezza: un tentativo di risolvere mentalmente una questione il cui risultato è incerto, ma che prevede la possibilità di un esito negativo (Borkovec et al., 1983; Dugas et al., 2004). Lo scopo di chi rimugina è cercare di prevedere eventi negativi futuri e di prevenirli, immaginando degli scenari catastrofici che teme possano accadere, al fine di evitarli, affrontarli con buon anticipo, capire come possono essere gestiti o prepararsi al peggio (Borkovec et al., 2004; Caselli et al., 2017). Quando c’è qualcosa che ci preoccupa percepiamo questa situazione di incertezza come minacciosa, e ci immaginiamo che qualcosa di terribile e irreparabile capiterà da un momento all’altro, un qualcosa che però tende ad essere vago e privo di dettagli, e siamo incapaci di trovare una soluzione al problema efficace o che ci soddisfi (Sassaroli & Ruggiero, 2003). Tuttavia, il rimuginio è proprio quell’attività mentale che, ponendoci costantemente in una situazione di minaccia percepita, fa sì che il corpo reagisca ad essa producendo ansia, mantenendola elevata o aggravandola nel tempo (Sassaroli & Ruggiero, 2003).

Il rimuginio nei giovani

Il rimuginio è lo stile di pensiero tipico dei soggetti ansiosi (presente nei disturbi d’ansia, soprattutto nel disturbo d’ansia generalizzata; Sassaroli & Ruggiero, 2003). Tuttavia, è più comune di quel che si pensa.

Si stima che il 25-30% degli studenti universitari soffrano di ansia legata al rendimento e altre preoccupazioni accademiche (Wolitzky-Taylor & Telch, 2010), poiché devono gestire numerose situazioni stressanti e richieste provenienti dall’università, come scadenze, esami e studio quotidiano. Lo stress accademico e il rimuginio aumentano il rischio di sviluppo di sintomi ansiosi e depressivi (Gil et al., 2023). Così, gli studenti possono rimuginare su ciò che li preoccupa in un tentativo di regolazione dell’ansia. Tuttavia, livelli elevati di ansia e rimuginio possono limitare la concentrazione e compromettere le prestazioni accademiche (Brodish & Devine, 2009; Shakir, 2014).

Anche in ambito occupazionale, il quale è spesso caratterizzato da ostilità, competizione e sovraccarico di lavoro, i lavoratori possono ritrovarsi a preoccuparsi per quello che i colleghi o i superiori potrebbero pensare di loro o per la loro efficienza (es. per il timore di commettere errori o di non rispettare le consegne) (Linden & Muschalla, 2007).

Perché continuiamo a rimuginare

Il rimuginatore tende ad attribuire al rimuginio delle funzioni positive, degli scopi vantaggiosi che contribuiscono e spiegano il suo mantenimento (Borkovec et al., 1998; Sassaroli & Ruggiero, 2003).

  • Il rimuginio consente di attenuare nell’immediato uno stato ansioso sgradevole (“anche se penso tanto all’esame sono meno agitato”).
  • Il rimuginio può essere considerato una strategia efficace di fronteggiamento e soluzione dei problemi, finendo per essere confuso con il pensiero produttivo (“preoccuparmi in anticipo per l’esame mi aiuta ad affrontarlo e a trovare una soluzione al problema”).
  • Il rimuginio agisce da scudo emozionale: generando un continuo stato di allerta permette di prepararsi al peggio e garantisce una minore sofferenza qualora la minaccia si dovesse verificare (“rimuginare su ciò che mi dirà il mio superiore mi serve a sopportare meglio i guai quando arrivano”).
  • Il rimuginio può essere concepito come una strategia di distrazione da preoccupazioni ben peggiori: concentrandosi sulle piccole preoccupazioni, consente di distogliere l’attenzione da paure ben più grandi e più cariche emotivamente (“rimuginare sulla prossima scadenza mi serve a non pensare a cose ancora peggiori”).

A cura di Martina Gori, MSc e dottorando di ricerca presso la Sigmund Freud University.


Bibliografia

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Borkovec, T. D., Ray, W. J., & Stober, J. (1998). Worry: A Cognitive Phenomenon Intimately Linked to Affective, Physiological, and Interpersonal Behavioral Processes. Cognitive Therapy and Research, 22(6), 561–576. https://doi.org/10.1023/A:1018790003416

Borkovec, T. D., Robinson, E., Pruzinsky, T., & DePree, J. A. (1983). Preliminary exploration of worry: Some characteristics and processes. Behaviour Research and Therapy, 21(1), 9–16. https://doi.org/10.1016/0005-7967(83)90121-3

Brodish, A. B., & Devine, P. G. (2009). The role of performance–avoidance goals and worry in mediating the relationship between stereotype threat and performance. Journal of Experimental Social Psychology, 45(1), 180–185. https://doi.org/10.1016/j.jesp.2008.08.005

Caselli, G., Ruggiero, G. M., & Sassaroli, S. (2017). Rimuginio. Raffaello Cortina Editore. https://www.raffaellocortina.it/scheda-libro/gabriele-caselli-giovanni-m-ruggiero-sandra-sassaroli/rimuginio-9788860309020-2543.html

Dugas, M. J., Buhr, K., & Ladouceur, R. (2004). The Role of Intolerance of Uncertainty in Etiology and Maintenance. In Generalized anxiety disorder: Advances in research and practice (pp. 143–163). The Guilford Press.

Gil, T. C., Obando, D., García-Martín, M. B., & Sandoval-Reyes, J. (2023). Perfectionism, Academic Stress, Rumination and Worry: A Predictive Model for Anxiety and Depressive Symptoms in University Students From Colombia. Emerging Adulthood, 11(5), 1091–1105. https://doi.org/10.1177/21676968231188759

Linden, M., & Muschalla, B. (2007). Anxiety disorders and workplace-related anxieties. Journal of Anxiety Disorders, 21(3), 467–474. https://doi.org/10.1016/j.janxdis.2006.06.006

Sassaroli, S., & Ruggiero, G. M. (2003). La psicopatologia cognitiva del rimuginio (worry). 9(1).

Shakir, D. M. (2014). Academic Anxiety as a Correlate of Academic Achievement. Journal of Education and Practice.

Wells, A. (1995). Meta-Cognition and Worry: A Cognitive Model of Generalized Anxiety Disorder. Behavioural and Cognitive Psychotherapy, 23(3), 301–320. https://doi.org/10.1017/S1352465800015897

Wolitzky-Taylor, K. B., & Telch, M. J. (2010). Efficacy of self-administered treatments for pathological academic worry: A randomized controlled trial. Behaviour Research and Therapy, 48(9), 840–850. https://doi.org/10.1016/j.brat.2010.03.019